Daniel Pennac in "Come un romanzo" scrive :
"Quel che abbiamo letto di più bello lo dobbiamo quasi sempre a una persona cara.
Ed è a una persona cara che subito ne parleremo. Forse proprio perchè la peculiarità del sentimento, come del desiderio di leggere, è il fatto di preferire.
Amare vuol dire, in ultima analisi, far dono delle nostre preferenze a coloro che preferiamo.
E queste preferenze condivise popolano l’invisibile cittadella della nostra libertà.
Noi siamo abitati da libri e da amici. "
Io vorrei aggiungere che siamo anche abitati da canzoni e da musiche, che fanno da colonna sonora alla nostra vita. Oserei dire che siamo ciò che ascoltiamo, ciò che tocca direttamente il nostro cuore e ci fa emozionare. Per questo le amiamo. Se ascoltassimo canzoni troppo lontane dal nostro modo di essere e di pensare, non riusciremmo neanche a capirle fino in fondo, perchè non sono parte di noi.
La musica rispecchia il nostro mondo, il nostro modo di essere e di pensare e può anche influenzare il nostro modo di guardare il mondo. Ci sono canzoni che possono dare voce alle nostre più intime emozioni o ai nostri pensieri in un modo splendido e toccante, perciò spesso desideriamo dedicarle a qualcuno per condividere quei pensieri, quelle emozioni.
E' quello che mi è successo riascoltando questa bellissima canzone di Francesco Guccini, nella versione interpretata da Augusto Daolio dei Nomadi, che trovo ancora molto attuale, oltre che commovente e capace di rievocare atmosfere e attimi che credevo dimenticati.Perciò resta fra le mie preferite e ne faccio dono agli amici/che che ancora mi leggono
La canzone della bambina portoghese
E poi e poi gente viene qui e ti dice di sapere già ogni legge delle cose.
E tutti sai vantano un orgoglio cieco di verità fatte di formule vuote.
E tutti sai ti san dire come fare quali leggi rispettare quali regole osservare
qual è il vero vero e poi e poi tutti chiusi in tante celle
fanno a chi parla più forte per non dir che stelle morte fan paura.
Al caldo del sole al mare scendeva la bambina portoghese.
Non c'eran parole rumori soltanto come voci sorprese.
Il mare soltanto e il suo primo bikini amaranto
le cose più belle e la gioia del caldo alla pelle.
Gli amici vicino sembravan sommersi dalla voce del mare
o sogni o visioni qualcosa la prese e si mise a pensare
sentì che era un punto al limite di un continente
sentì che era un niente l'Atlantico immenso di fronte.
E in questo sentiva qualcosa di grande
che non riusciva a capire che non poteva intuire
che avrebbe spiegato se avesse capito lei e l'oceano infinito
ma il caldo l'avvolse si sentì svenire e si mise a dormire.
E fu solo del sole come di mani future restaron soltanto il mare e un bikini amaranto.
E poi e poi se ti scopri a ricordare
ti accorgerai che non te ne importa niente.
E capirai che una sera o una stagione
son come lampi luci accese e dopo spente.
E capirai che la vera ambiguità è la vita che viviamo
il qualcosa che chiamiamo esser uomini.
E poi e poi che quel vizio che ci ucciderà
non sarà fumare o bere ma il qualcosa che ti porti dentro cioè vivere.
2 commenti:
non me la ricordavo più
vuol dire che i pochi neuroni non inciampano più nelle informazioni e nei ricordi
Forse è colpa della nuova identità :)))
Posta un commento