mercoledì 29 ottobre 2008

Non arrenderti, sei amato!

Questo è il testo in italiano di una straordinaria canzone di Josh Groban... un giovane baritono scoperto da Jasna.. che l'ha dedicata TUTTA A ME, ma io dedico a tutti i miei amici che stanno lottando in questi giorni per qualche cosa, vi posto anche il link del video di You tube con l'invito ad ascoltarla, perchè vi dia una carica di energia positiva come ha dato a me ! Basta cliccare sul titolo del testo in inglese 

Non arrenderti
E' solo il peso del mondo
Quando il tuo cuore è pesante
Io... io lo solleverò per te

Non arrenderti
Perchè vuoi essere ascoltato
Se il silenzio ti blocca
Io... io lo romperò per te

Tutti vogliono essere capiti
Beh, io ti riesco ad ascoltare
Tutti vogliono essere amati
Non arrenderti
Perchè sei amato

Non arrenderti
E' solo il dolore che nascondi
Quando ti senti perso dentro
Io... io ci sarò per te

Non arrenderti
Perchè vuoi brillare
Se le tenebre ti accecano
Io... io ti farò luce per guidarti

Tutti vogliono essere capiti
Beh, io ti riesco ad ascoltare
Tutti vogliono essere amati
Non arrenderti
Perchè sei amato

Sei amato

Non arrenderti

E' solo il peso del mondoNon arrenderti

Tutti devono essere ascoltati
Sei amato

venerdì 24 ottobre 2008

Buon compleanno papà!

Oggi avresti compiuto 83 anni. Ho un brutto ricordo di quando ci hai lasciato improvvisamente. Voglio cancellare dalla mia mente quella maschera gonfia e bluastra con cui ti ho visto l'ultima volta.
Mi piace invece ricordarti così, col tuo sorriso da burbero benefico, come nella fotografia che ho scelto per la lapide del cimitero e, come oggi, che ti ho portato le orchidee che ti piacevano tanto, e mi hai suggerito che potevo anche accorciare il gambo e mettere più verde.



Mi piace ricordarti anche quando nell'entrare in chiesa il giorno del mio matrimonio mi hai detto "Luigina tègnem so, che se nò burle zo"( Luigina tienimi sù altrimenti cado) da tanto eri emozionato e io, che ti avevo sempre creduto un " duro", ti ho visto con altri occhi e di colpo ho dimenticato tutte le incomprensioni che avevano minato il nostro rapporto, durante la mia adolescenza e la mia giovinezza.
Recentemente ho trovato anche questa fotografia dove io mi nascondo al fotografo, dietro di te, il giorno del matrimonio di tuo fratello, nell'aia della nostra casa natale vicino al tuo padre padrone, il nonno Peni, che ha terrorizzato la mia infanzia, ma che ora, come te, mi intenerisce, perché di voi capisco, solo ora che non ci siete più, tante cose che allora non avevo capito.

domenica 19 ottobre 2008

CARA FRANCESCA......

Cara Francesca ,
è da tanto tempo che medito di scriverti questa lettera, che spero tu un giorno leggerai, per capire quanto sia stata importante per me e per nonno Gabriele la notizia che stavi per arrivare nella nostra vita e come abbiamo vissuto noi la tua attesa.
Sei stata concepita in uno dei momenti più difficili e tristi per noi e in particolare per me, ma sapere che stavi per arrivare è stato come un raggio di sole che ha illuminato il cammino difficile che stavamo percorrendo e ci ha dato il coraggio necessario per affrontare le prove dure che ancora ci aspettavano: la morte di quello che sarebbe stato il tuo bisnonno Pietro e la mia operazione per l'asportazione di un tumore.
Abbiamo trepidato per la salute della tua mamma per i primi tre mesi, poi è stata una gioia immensa vederti nell'ecografia quando eri ancora un “ fagiolino” e sapere che crescevi bene.
Per me è stata un'emozione fortissima il 15 agosto vedere. per la prima volta. che ti muovevi nel grembo della tua mamma, appoggiare la mia mano su di te e “sentirti” viva, come quando aspettavo il tuo papà. Qualche giorno dopo ho iniziato la chemioterapia e quel contatto mi ha dato un'energia nuova per affrontarla con coraggio.
Con impazienza aspettavamo di sapere se saresti stata una femminuccia o un maschietto e ti confesso che sono stata felicissima di sapere che saresti nata tu, perché avrei desiderato anch'io dare una sorellina al tuo papà, ma purtroppo non è arrivata, per motivi indipendenti dalla nostra volontà.
Adesso mancano meno di 3 mesi alla tua nascita, ma già da tempo ogni tanto mi sorprendo ad immaginare come sarai, prima di addormentarmi: i tuoi occhi, il tuo naso, la tua bocca, le tue manine, i tuoi piedini, la tua pelle, il tuo sorriso. Ogni volta provo ad immaginarli diversi, ma il risultato è sempre un'immagine bellissima e allora prego il Signore che tu nasca sana, ma soprattutto che tu cresca felice, anche se non è facile il tempo in cui hai scelto di nascere.
Molte insidie potranno presentarsi sul tuo cammino e per voi bimbi la vita sarà difficile; molto opportunismo e sempre più cattiveria potrebbero venire a turbare la tua innocenza, ma sono sicura che i tuoi genitori sapranno proteggerti da questo ed aiutarti a crescere nel modo migliore.
Noi speriamo di diventare per te dei bravi nonni e delle figure importanti per la tua formazione, come lo sono stati Aldina e Pietro per il tuo papà e Luigi e Clara per la tua mamma.





Brescia aprile 1982: Michele con nonno Pietro















Varazze luglio 1980: Michele con nonna Aldina

Questa settimana la tua mamma ha accettato volentieri la mia offerta di confezionare la copertina per la tua carrozzina e questo mi ha procurato una grande gioia e nuovo entusiasmo.
Sono andata alla ricerca delle riviste specializzate in lavori a maglia e all'uncinetto per neonati, ora introvabili nelle edicole, ma che avevo conservato gelosamente quando preparavo, con l'aiuto di mamma Aldina, il corredino del tuo papà.
Che tenerezza ho provato pensando che avvolgerà e scalderà il tuo corpicino! E' stata un'emozione grandissima, forse più forte di quella provata quando stavo per diventare mamma.
Ne ho trovate tantissime tutte meravigliose, c'è solo l'imbarazzo della scelta, A me ne piace molto una verde chiaro con ricamo a punto smock, ma lascerò alla tua mamma la scelta.
Il calore di questa copertina ti farà sentire tutta la tenerezza e la protezione delle persone che hanno cominciato ad amarti prima ancora che tu nascessi.
Aggiungo qui il link di una bellissima canzone di Povia che ti ha dedicato la mia amica Stefi TI insegnerò

lunedì 13 ottobre 2008

Blog temporaneamente chiuso


Anch'io ho bisogno di una pausa di riflessione e di ritornare a vivere di più la vita reale. Vi leggerò al mattino e alla sera, ma non commenterò i vostri blog. Vi abbraccio tutti! A presto.

14 ottobre.
Se resto e se vado
la mia casa mi dice:
" Non lasciarmi perché qui abita il tuo passato"
E la strada mi dice:
" Vieni e seguimi: sono il tuo futuro".
E io dico alla casa e alla strada:
" Non ho passato e non ho futuro
se resto, c'è un andare nel mio rimanere;
e se vado, c'è un restare nel mio andarmene
K. Gibran

mercoledì 8 ottobre 2008

La crisi finanziaria spiegata a un bambino

Un caro amico oggi ha scritto questo post su un Forum di borsa per raccontare come ha spiegato alla sua piccola nipote, con parole semplici, l'attuale crisi finanziaria. Ve lo propongo sperando di farvi cosa gradita.

Dunque, Totó ha un debito di cinquemila lire con Peppino.
Per saldare il conto si rivolge a Pasquale e si fa prestare cinquemila lire.
Si rivolge poi a Peppino e gli dice: “Io quanto ti devo?” “Cinquemila lire.”
“E queste quante sono?” “Cinquemila lire.”
“Quindi io e te stiamo a posto!” “Sí.”
“Ora ridammi le cinquemila lire” Peppino gli ridà le cinquemila lire
e Totó si rivolge ora a Pasquale: “Io quanto ti devo?” “Cinquemila lire.”
“E queste quante sono?” “Cinquemila lire.”
“Quindi io e te stiamo a posto.” “Sí.”
Mentre Totó cerca di svignarsela, Peppino lo richiama e gli dice:
“Totó, e le mie cinquemila lire?” “Scusa ma io te le ho ridate.”
“Sì ma poi te le sei riprese!”
“Quelle? Ah quelle! Ma quelle cinquemila lire le ha Pasquale, chiedile a lui!”

Alla base della crisi finanziaria internazionale c’è lo stesso meccanismo.

Ed a pensarci bene, è questa, anche se con altre parole, il livello al quale
ci si ferma nell'analisi... quello che economisti da porta a porta,
liberisti ed euroscettici vari ed eventuali, tutti fulminati sulla via di
Damasco, ci propinano attraverso dotte e sapienti spiegazioni...
(By Gico66)

Ghé pensi mì

lunedì 6 ottobre 2008

Il mare e la Borsa



Thalassa... così Odisseo chiamava la distesa d'acqua pulsante che accompagnava, ostacolava, avversava, favoriva il suo ritorno ad Itaca. Thalassa... il mare. Secondo Esiodo (Teogonia) il mare venne generato dall'unione tra Aria e Giorno, a loro volta nati dall'unione tra Caos e Tenebre.
Ionio, a questo tratto di mare tra l'Italia e la Grecia venne dato il nome del primo popolo greco, gli Ioni, che si affacciarono in Ialia per gettare le fondamenta delle loro città.
In Sicilia: Zancle (Messina), Katane (Catania) Naxos, Leontinoi (Lentini)
Nell'Italia meridoniale: Neapolis (Napoili), Kime (Cuma), Siris, Reghion (Reggio Calabria).
Bisogna però precisare che ancora nel Medioevo con Ioni si chiamavano indistintamente tutti i Greci.
Tirreno invece deriva dal latino Tyrrhenum (a sua volta dal greco Tyrrhenos). Prende il nome dall'antico popolo dei Tirreni, meglio noti come Etruschi. Narra infatti lo storico greco Erodoto nelle sue Storie di come il re della Lidia, dopo anni di carestia avesse deciso di far emigrare una metà del suo popolo alla ricerca di una nuova patria. Guidati dal principe Tirreno, i Lidi sbarcarono quindi sulle coste occidentali della penisola italiana e, preso possesso della nuova terra, mutarono il loro nome in "Tirreni" dal nome del principe che li aveva guidati. Costoro, secondo il racconto greco, non sarebbero altri che gli Etruschi. Dal loro nome greco fu quindi detto "Tirreno" il mare che dominarono per secoli. Secondo altre fonti, il nome del mare sarebbe derivato dall'epiteto Thyrrenoi, ovvero pirati, con il quale i Greci chiamavano le popolazioni che nel mediterraneo occidentale abbordavano con piccole e veloci imbarcazioni chiunque vi si avventurasse.
Aggiungo che dall'unione tra Caos e Tenebre nacque anche la Borsa, dea di mutevole umore, capace d'ammaliare ancor più delle Sirene d'Odisseo, infida e traditrice, seminatrice di zizzanie, portatrice di dolori come di grandi gioie. Insomma, una dea a perfetta misura di noi mortali.
Quand'era di positiva inclinazione, i Greci la chiamavano Borsa Gaudiosa, oppure la Dolce Figlia del Futuro Felice, quando d'acida e scontrosa forma, l'appellativo più frequente era B.O.R.S.A., ovvero Bieca Orripilante Rovinosa Strega Ateniese (sempre i Greci aggiungevano "Ateniese" nel bene e nel male: nel male significava donna di malaffare, meretrice e cornuta, cornuta nel senso dei suoi rapporti orgiastici con Zeus sotto spoglia di Toro)
Eh sì, da un po' di giorni anche il mare della Borsa è in tempesta e oggi i suoi pirati non hanno risparmiato nessuno. Non la si vedeva così dal 1987, ma i nostri governanti dicono che non ci dobbiamo preoccupare: domani è un altro giorno... ma come sarà? Neppure la Pizia, mitica indovina, potrebbe dircelo. Buonanotte .....se potete.

venerdì 3 ottobre 2008

Percorsi ad ostacoli per ciclisti a Brescia

Oggi sono proprio arrabbiata! Ho dovuto attraversare la città per recarmi all'Ospedale Civile e, da brava cittadina, ci sono andata in bicicletta, per dare il mio piccolo contributo anti- inquinamento, forte del fatto che, sulla carta, esiste una pista ciclabile per due terzi del percorso, ma non ho fatto i conti con l'inciviltà dei miei concittadini e con l'incuria dell'amministrazione comunale per questi percorsi tanto pubblicizzati, ma, nella realtà, molto trascurati se non ignorati, malgrado le proteste, le segnalazioni e i reclami sui giornali locali e agli uffici competenti.
L'anno scorso mio marito per un miracolo non ci ha rimesso la vita su una pista ciclabile interrotta senza segnalazioni, che lo ha costretto a salire su un cordolo, facendo una caduta rovinosa, per non essere travolto dalle auto come potete vedere QUI . Ma il Comune se ne è lavato le mani, perché aveva dato l'appalto a una ditta che stava costruendo gli svincoli per un complesso commerciale in costruzione, ora posto sotto sequestro, la quale a sua volta aveva subappaltato i lavori a un'altra ditta.
Oggi per l'ennesima volta è toccato a me fare i conti con questo percorso ad ostacoli e per fortuna sono riuscita a portare a casa la pelle, ma fino a quando?
Mi dispiace di non aver avuto la macchina fotografica per documentare tutte i rischi che ho corso oggi, ma provo a raccontarvi la mia avventura.
Parto da casa e percorro la via Corsica, una delle più trafficate della città, senza pista ciclabile, perciò cerco di stare sulla destra, ma all'erta agli incroci, dove un imbecille a 4 ruote col telefonino all'orecchio mi supera e mi taglia la strada per svoltare subito sulla destra.
Al primo semaforo della rotonda di piazza della Repubblica vengo sollecitata con un colpo di clacson a partire appena scatta il verde, perché sono d'impiccio a chi mi sta dietro.
Al secondo semaforo devo stare attenta a non finire nella fontana perché, inspiegabilmente, anche chi viene da destra ha il verde e vuol passare a tutti i costi. Percorro via dei Mille ancora senza pista ciclabile e devo stare attenta a non finire addosso a un automobilista che esce senza segnalazioni luminose dal parcheggio sulla destra. Eccomi finalmente sulla pista ciclabile di via Leonardo, purtroppo da condividere con pedoni distratti. A porta Trento mi immetto sul percorso più pericoloso della pista ciclabile: ogni 20 metri, devo uscire perché grosse auto o furgoni parcheggiati davanti ad alcuni negozi ed al Liceo scientifico Calini, la occupano tutta. Nei pressi dell'Ospedale devo aggirare gli operai del Comune che stanno potando degli alberi proprio sulla pista ciclabile e dopo 25 minuti di stress arrivo a destinazione.
Il percorso di ritorno in leggera discesa è quasi tutto su pista ciclabile, ma non certo facile. Ancora automobili parcheggiate, ciclisti che la percorrono contro mano e nel pezzo migliore sulla via Trento, dove un bel marciapiede corre parallelo a sinistra della pista, devo suonare il campanello a due pedoni che la percorrono. Faccio loro notare gentilmente che quella è una pista ciclabile e che il marciapiede sta alla loro sinistra, ma quelli mi aggrediscono verbalmente con parole volgari, come se fossi io in colpa. Proseguo infuriata per il resto del percorso ciclabile che in via dei Mille si fa proprio accidentato, perchè pieno di buche e di gobbe nell'asfalto e per i gradini alti almeno 3 cm negli attraversamenti delle vie laterali che costringono a fermarsi e a scendere dalla bici per non rischiare di tagliare i copertoni e scassare i raggi. Ripercorro la via Corsica senza pista ciclabile, facendo lo slalom nel traffico incredibile di mezzogiorno, dove il manto stradale sembra quello di una strada da terzo mondo, come molte della mia città con eterni lavori in corso. Finalmente arrivo a casa sana e salva anche questa volta. Credevo di fare una passeggiata rilassante ed invece è stato peggio che attraversare la giungla.
Qualche estate fa sono stata in Carinzia e ho potuto ammirare le bellissime piste ciclabili funzionali di quella regione e devo fare la considerazione che se la civiltà di un popolo si misurasse dalle sue piste ciclabili, il nostro paese può essere considerato fra i più incivili.

giovedì 2 ottobre 2008

Festa degli angeli custodi e dei nonni

Perciò fra poco sarà anche la mia e di Gabriele che diventeremo nonni presto. e quella di tutti i miei amici blogger che nonni lo sono già.
E dedico questa bella poesia al mio angelo custode che ho trovato su un sito " Il club degli angeli"

Guidami

Guidami, dolce luce,
nelle tenebre che mi sommergono,
guidami verso l'alto.
La notte è fonda e sono lontano da casa:
guidami verso l'alto!
Dirigi i miei passi, perchè non vedo nulla;
fà che veda a ogni mio passo.
Un tempo non ti avrei pregato per farlo.
Da solo volevo scegliere il cammino,
credendo di poterlo determinare
con la mia luce, malgrado il precipizio.
Con fierezza elaboravo i miei obiettivi.
Ma ora dimentichiamo tutto ciò.
Tu mi proteggi da tanto tempo
e accetterai di guidarmi ancora:
oltre le paludi,
i fiumi e gli scogli che mi attendono al varco,
fino alla fine della notte,
fino all'aurora in cui gli angeli mi faranno segno.
Ah! Io li amo da molto tempo,
solo per un pò li avevo dimenticati

(Cardinale John Henry Newman)

mercoledì 1 ottobre 2008

IL SOGNO SI AVVERA

Oggi non sto più nella pelle dalla felicità e voglio condividerla con voi.

Alla fine della visita che precede la prima seduta del 4° ciclo di chemioterapia l'oncologo che mi segue (Dott Rangoni), soddisfatto di come sta procedendo la cura e della mia reazione positiva, mi dice: “Allora andremo in barca a vela fra poco!”

Non credo alle mie orecchie e gli rispondo che purtroppo non ho potuto partecipare all'ultima uscita di Velaterapia di cui avevo parlato in questo post “ ITACA: un sogno in un nome

“Ma come se ci ha scritto lei per partecipare?”

In quel momento entra il primario di Oncologia medica, il prof. Marini, uno dei promotori del “ Progetto ITACA” con lo psicologo del reparto dott. Tagliani, Mi guarda ed esclama guardando la mia fotografia “ Sì è proprio lei!”

E mi mostra due fogli stampati dal mio blog, dove vi avevo parlato di questo progetto fantastico che aveva fatto da input alla mia reazione positiva alla chemioterapia e fatto intravedere una luce in fondo al tunnel che da qualche mese stavo percorrendo nella mia vita.

Gli chiedo come siano arrivati al mio blog e il dott. Tagliani mi risponde che una sua allieva, facendo una ricerca su Internet per la tesi che sta preparando su questo progetto, digitando il nome di ITACA ha trovato il mio post e ne ha informato i medici del reparto. E così mi sono beccata pure i loro ringraziamenti per la pubblicità fatta alla Velaterapia.

Alla metà di ottobre perciò, tempo permettendo, mi metterò al timone, di una di queste meravigliose barche, nelle acque del nostro bel lago di Garda e a dicembre andrò all'incontro con tutti i partecipanti al “Progetto Itaca”, dove sarà allestita anche una mostra con tutte le fotografie scattate nelle varie uscite.

Sono davvero impaziente di fare questa bella esperienza e di rendervene partecipi.

Profetica Janas “ ...nessun sogno è impossibile, quando lo si vuole veramente! tieniti pronta e aggiornata ...la prossima volta, partirai alla volta di Itaca!" Che siano davvero magici il suo anello e il suo sassetto? E grazie a tutti voi che mi avete aiutato a credere in questo sogno! Ma prima fra tutti a Jasna senza la quale forse non avrei continuato questo blog.