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venerdì 2 aprile 2010

IL CROCIFISSO....siamo noi e la nostra storia?

Un manifesto elettorale che campeggiava fino a pochi giorni fa in alcuni punti strategici della mia città recitava “Il crocifisso....siamo noi e la nostra storia ...difendiamolo!”, suscitando in molti preoccupazione e disapprovazione e diventando interessante spunto di riflessione in un articolo apparso sul giornalino della parrocchia, che vi riporto, facendo mie le considerazioni degli autori.

“Ciò che viene affermato nel manifesto elettorale va al di là del tentativo di aggiudicarsi il voto di persone credenti, ma rivela il desiderio di appropriarsi in modo esclusivo del messaggio cristiano per esaltare la propria storia e la propria cultura.
Le testimonianze bibliche e l'insegnamento di TUTTE le chiese cristiane invece affermano: - Il crocifisso è il simbolo di Gesù Cristo e della Sua storia. Non può perciò essere la storia esclusiva di un gruppo o di un popolo da difendere contro chi è diverso. E' la storia di Dio che si è incarnato ed è diventato uomo per condividere l'esistenza umana fino in fondo. Solo in questo senso può diventare anche la nostra storia, cioè la storia di ogni uomo e ogni donna, che si fa coinvolgere e trasformare dal messaggio d'amore e vita nuova che Gesù Cristo ha rivelato con la sua vita, passione,morte e resurrezione.
Il crocifisso è prima simbolo della sua compassione, cioè dell'opzione per i più deboli, i piccoli, gli esclusi, gli stranieri ( “ero straniero e non mi avete accolto “ Matteo 25), della sua disponibilità all'incontro, all'accoglienza poi della sua passione e sofferenza.
Gesù stesso era incompreso, deriso, schernito, tradito, lasciato solo,rinnegato,accusato ingiustamente, torturato, messo a morte “fuori della città”. Non è certo una storia gloriosa né esaltante, né di potere, né di autoaffermazione, né d'imposizione..
Nessuno può appropriarsi del simbolo della croce per identificarlo con la propria storia. Al contrario il messaggio di Gesù crocifisso mette in crisi la nostra identità e la nostra storia. In quanto credenti siamo chiamati piuttosto a parteciparvi, vivendo il suo messaggio, condividendo la sua passione, l'amore per ogni essere umano, cercando di scorgere il suo volto in quello dei minimi, dei più bisognosi, dei derisi, degli esclusi, degli stranieri e impegnando per loro la nostra passione. Un cammino che va dalla testa ai piedi, cioè dai nostri pensieri e progetti ai piedi e alla vita dell'altro in logica di servizio, di riconciliazione, di gratuità,di giustizia, di pace e di amore. Il resto è tragica menzogna e strumentalizzazione “

(Anna Zeli, pastore della chiesa valdese di Brescia
Don Fabio Corazzina, parroco di S. Maria in Silva a Brescia)

A mio parere il messaggio di Cristo afferma valori universali, al di là del credo religioso e politico, in cui possiamo ritrovarci e credere tutti per contribuire a un mondo migliore.
Con questo auguro Buona Pasqua e tanta serenità a chi avrà la pazienza di leggermi.



Questo invece è il manifesto di maggiore impatto della serie creata da don Luca Paitoni. Nessun intento commerciale: dietro i poster in città e provincia con frasi evangeliche ci sono un sacerdote bresciano e un gruppo di giovani, Cristo Morfosis Cliccando QUI potrete leggere l'articolo di Bresciaoggi che ne spiega l'iniziativa.