sabato 13 febbraio 2010

San Valentino: messaggi d'amore sui muri

Oggi S. Valentino è diventata una festa prevalentemente commerciale, perciò ho voluto approfondire le mie conoscenze e cercarne l'origine e il motivo per cui questo santo è diventato patrono degli innamorati di tutto il mondo. Sulla vita di San Valentino, protettore degli innamorati, si hanno notizie che spesso si mescolano e confondono con la leggenda. Le fonti non aiutano a comporre un quadro unitario, confondendo personaggi diversi, vissuti in epoche differenti. Per chi è curioso di saperne di più può trovare approfondimenti QUI o QUA .

Da parte mia voglio farvi omaggio di questo piccolo album fotografico dove ho raccolto, nel corso delle mie gite in bicicletta e lungo i percorsi quotidiani nella mia città, alcuni messaggi d'amore scritti sui muri, completati da altri sul tema, trovati su siti web.
Non è certo un atto di civiltà scrivere sui muri e mi sono chiesta più volte cosa spinga certe persone, nell'era della tecnologia, degli sms e degli MMS, più veloci, immediati e...legali, ad utilizzare questo metodo per dichiarare il loro amore per qualcuno, ma non son riuscita a darmi una risposta. Tuttavia ritengo che siano sempre meglio delle scritte razziste ed inneggianti alla violenza e ad ogni tipo di intolleranza.
Sono messaggi a volte semplici e commoventi, altre volte più complessi e sibillini; alcuni ingenui, altri maliziosi ed audaci, altri ancora scherzosi, ironici, curiosi e originali.
Parlano di amori segreti, inconfessabili, corrisposti e non, eterni e ..a tempo determinato, urlati a lettere cubitali, o scritti in un angolo nascosto a caratteri microscopici. Amori appena iniziati o forse già finiti, ma che nemmeno la morte ha cancellato dal cuore di chi li ha scritti. Messaggi pieni di speranza e altri rassegnati, messaggi che citano canzoni note, messaggi sgrammaticati o corretti da altre mani, messaggi completati da cuori trafitti o scritti dentro questi cuori, messaggi a tinte brillanti ed altri scoloriti dal tempo, ma tutti MESSAGGI D'AMORE.
Ecco anche solo per questo motivo mi sento di assolverli per aver sporcato i muri di palazzi, parchi, marciapiedi, perché vanno oltre il giorno dedicato agli innamorati, perché ognuno nel leggerli può sorridere, sentirli un po' suoi, immaginare la storia e i protagonisti che stanno dietro quelle parole e quei disegni.
E quando una mano di intonaco ne copre per sempre uno che leggevi ogni giorno da anni, ti sembra che abbiano cancellato anche un pezzetto della tua vita e quel sentimento che ne è l'origine. La cura di Franco Battiato

sabato 6 febbraio 2010

Ci sono abbracci e.... abbracci


Un abbraccio di 30 anni fa rivissuto oggi

Ad eccezione di quello della " gentile Signora", come la chiama qui il mio amico blogger Aldo , che, fortunatamente per ora, mi ha solo sfiorato qualche volta, penso che tutti gli abbracci facciano stare bene non solo chi li riceve, ma anche chi li dà, come scrivevo tempo fa in questo post, ispirata dal principio dell'abbraccio letto da Teresin. Tuttavia penso che l'abbraccio ricevuto da un bimbo che non sa ancora parlare, dia una sensazione unica che comprende tutte quelle suscitate da tutti gli altri abbracci. E' l'emozione che ho provato io domenica scorsa, ricevendo il primo abbraccio spontaneo e consapevole dalla mia adorata nipotina Francesca.

Ora cercherò di raccontarvela così come l'ho vissuta e fotografata con la mente e col cuore, perché è stata così inaspettata che non si è potuta riprendere in altro modo.

Era la prima volta che Laura non avrebbe portato la sua pappa, perché, da quando si fermava a pranzo all'asilo nido, voleva mangiare da sola e come "i grandi". Tuttavia ho cercato di preparare qualche cosa di semplice e gustoso nello stesso tempo, senza dimenticare i gusti degli adulti.
Francesca, nel suo seggiolino agganciato a capotavola, appena arrivata, ha subito fatto festa, battendo le manine, al piatto degli antipasti, preparati per ingannare l'attesa, mentre in forno cuocevano gli gnocchi di semolino alla romana.Mentre sgranocchiava golosamente un tronchetto di sedano farcito con una crema di caprini freschi e ricotta e una barchetta di finocchio con yogurt greco e julienne di carote, lanciava gridolini di gioia con sorrisi che mi allargavano il cuore.
Ogni nuova portata veniva accolta dai suoi applausi e dimostrava la sua impazienza di assaggiare i cibi per lei nuovi, sottolineandoli con degli " ancoa..ancoa" mentre mamma Laura sminuzzava la sua porzione per raffreddarla più in fretta. Così dopo il successo dei gnocchi alla romana, ha gradito anche una fetta del polpettone di carne con ripieno tricolore, una tazzina di macedonia di frutta e mezzo fagottino di sfoglia con ripieno di mele e uvetta. Al termine del pranzo ha scorrazzato gattonando un po' per la casa, mentre preparavo il caffè per noi grandi ed infine, dopo un tentativo fallito di farla addormentare nell'ex letto del suo papà, ha fatto un bel sonnellino nel mio lettone, con la sua mamma.
Al risveglio ha accennato ad un pianto mentre la rivestivano per tornare a casa sua, ma, appena sono apparsa, ha proteso le sue braccia verso di me sorridendomi e, quando mi sono avvicinata per prenderla in braccio, mi ha dato un abbraccio così tenero e nello stesso tempo così forte che mi ha sorpreso e sconvolto insieme perché sentivo che voleva dirmi tante cose: il suo grazie, il suo affetto, il piacere di essere stata con noi. Il calore di questo abbraccio mi ha commosso fino alle lacrime, mi ha fatto battere il cuore come un colpo di fulmine, come al primo incontro d'amore, riassaporare il gusto della vita e di altri abbracci, mi ha reso ancora più felice di essere nonna di questa splendida creatura, mi ha fatto pesare di meno le contrarietà della vita quotidiana di questa settimana e ha cullato i miei sogni, dove sentivo il profumo della sua pelle delicata e morbida che aveva dormito sul mio cuscino.
Credevo di non aver più molto di interessante da dire in questo blog, ma parlandone con Gabriele che ha provato la stessa sensazione ho voluto rendervene partecipi, perché è la cosa più bella che mi sia capitata in questi giorni e perché, come dice Leo Buscaglia,
" Nessuno è troppo grande per un abbraccio".