sabato 26 marzo 2011

Pensiero del giorno

IMPARARE
significa scoprire quello che già sai.
FARE
significa dimostrare che lo sai.
INSEGNARE
è ricordare agli altri
che sanno bene quanto te.
Siete tutti allievi, praticanti, maestri.

LA GUIDA DEL MESSIA
(Promemoria per l'anima progredita)
dal libro ILLUSIONI di RICHARD BACH

martedì 22 marzo 2011

Niente per caso

"Non è la prova che abbiamo davanti quella che determina chi siamo e cosa diventeremo, ma il modo in cui superiamo la prova, se buttiamo il cerino sul rottame o se, superandolo, passo dopo passo ci facciamo strada verso la libertà. E dietro a tutto questo non c'è il caso cieco, ma un principio che cerca di farci capire, mille coincidenze e amici che vengono a mostrarci la via quando i problemi sembrano troppo difficili per essere risolti da soli.....problemi da superare. Libertà da dimostrare. E fino a quando crederemo al nostro sogno, NIENTE PER CASO"

Così si conclude uno dei libri di  Richard Bach, letto recentemente, che ha proprio come titolo NIENTE PER CASO.
Il romanzo è un omaggio all'amicizia sincera, alla collaborazione, alla filosofia di vita che rincorre la pace e l'equilibrio dentro di sè.
Il titolo del romanzo fa riferimento ad alcuni momenti di riflessione dell'autore nella sua avventura di ricreare un circo volante, uno spettacolo acrobatico, in voga negli anni del primo dopoguerra, in cui  il solo vedere un aeroplano non era ancora comune, men che meno volarci.
Egli sostiene che non succede niente per caso, tutto quello che accade ha un senso, deve averlo, ed è un insegnamento di cui si deve far tesoro per ricordare che la vita ha il diritto e il dovere di essere vissuta, di inseguire, nel rispetto altrui, i sogni che rendono meno grigio il normale svolgersi delle attività necessarie per mantenerci in vita "biologicamente".

Penso che anche gli incontri che avvengono attraverso i nostri blog non siano affatto casuali, ma possano aiutarci, attraverso la condivisione, il dialogo e lo scambio di esperienze a risolvere i nostri problemi, le nostre difficoltà, a superare i nostri limiti, i momenti di sconforto, a lenire i nostri dolori, senza diventarne schiavi e  anche a realizzare i nostri sogni. 
Così scriverne qui, malgrado gli amici incontrati non siano più tutti gli stessi dell'inizio di questa avventura, proprio quando stavo pensando di chiuderla, nuovi incontri e nuove occasioni di condivisione con i più fedeli, mi hanno stimolato a continuarla, Penso che spetti a noi anche dare un senso a ciò che ci accade e trovare la positività in ogni avvenimento della vita nostra ed altrui,malgrado non sia sempre facile, soprattutto di fronte agli eventi tragici di questi giorni in diverse parti del mondo, che pur nella loro negatività ci hanno spinto a riflettere insieme su alcuni importanti problemi legati alla sopravvivenza di questa nostra Terra.



sabato 19 marzo 2011

Caro papà..

Oggi non avevo la tua salvia da potare come mi hai insegnato e ho ricordato QUI: non ha resistito al gelo dell'inverno, ma il tuo ricordo nel mio cuore resta più vivo che mai. Così per farmi passare il nodo in gola, che mi è venuto nel rileggere quello che avevo scritto, sono andata a sfogliare l'album di famiglia, per cercare  una fotografia di noi due insieme quand' ero bambina, ma mi sono soffermata su questa, che ti ritrae nel fiore degli anni, in un momento cruciale della tua vita e della nostra famigliola, prima del trasloco per Gavirate (VA).


Papà Vittorio: marzo 1953


Nel tuo sguardo leggo solo ora lo smarrimento e la preoccupazione che ti aveva assalito prima di partire per il tuo nuovo lavoro e di affrontare le incognite della vita, lontano dal tuo paese natale, dalla tua gente... emigrante... in Patria, per cercare di migliorare il tuo e il mio futuro.
Così mi è venuta voglia di dedicare questo post e questa giornata
- a tutti i papà come te che non ci sono più
- ai papà costretti ad abbandonare il loro paese a causa di cataclismi, guerre, fame, persecuzioni
- ai papà dimenticati
- ai papà di chi non ha papà
- ai neo papà
- ai papà che a Fukushima cercano di spegnere il reattore nucleare per salvare i loro figli
- a chi non dimentica mai di essere papà
- a chi qualche volta lo dimentica, ma poi si pente e ...recupera
- ai papà a cui non importa niente di questa festa, ma hanno aspettato tutto il giorno una telefonata dai figli e  hanno sorriso solo quando è arrivata in extremis ;)


E ora per i curiosi ecco l'origine della festa del papà, perché da noi si festeggia il 19  marzo e quando si festeggia nel resto del Mondo.

giovedì 17 marzo 2011

La mia festa per il 150° Anniversario dell'Unità d'Italia

Malgrado il tempo pessimo il tricolore ha trionfato alla grande nella mia due giorni bresciana. Saltata la possibilità di andare al concerto di Francesco Renga, trasmesso dal Teatro Grande sul maxi-schermo in piazza Duomo, a causa della pioggia battente, alle 23,30  ho potuto ammirare il grandioso spettacolo pirotecnico che si è svolto sotto il Castello sul Colle Cidneo che domina la mia città e che Gabriele è riuscito ad immortalare.
Qui vi metto le migliori.

 Le immagini sono state prese
dalla finestra di casa mia, al
quarto piano, a 5 Km di 
distanza, a mano libera.

La fotocamera era impostata

sul programma di ripresa"se viene viene, altrimenti amen".
Il risultato mi sembra 
apprezzabile e rende abbastanza l'idea, anche se 
vederlo e sentirlo dal vero è 
tutta un'altra cosa.
Nonostante la distanza questi 
fiori di luce si aprivano leggeri
e sembravano arrivare come 
d'incanto a pochi metri da me,
rinnovando ogni volta la stessa
emozione, meraviglia e stupore,
bucando l'oscurità con stelle, rose, cerchi, e globi  verdi, bianchi e rossi .









 Oggi invece prendendo spunto dalle meravigliose ricette tricolori che ho visto nel blog la cucina di Antonella  ho voluto anch'io dare il mio contributo per festeggiare il 150° Anniversario dell'Unità d'Italia anche in cucina.
Perciò a pranzo ho realizzato, a modo mio, questa simpatica insalata di funghetti tricolore utilizzando 2 kiwi, 1 pomodoro e alcuni pomodori datterini, una mozzarella e qualche foglia d'insalata ...tricolore


Per cena la mia dolce metà, che vivrebbe solo di pizza, mi ha chiesto di preparargliene una e non ho potuto fare a meno di restare in tema, cucinando questa pizza tricolore che  ho per fortuna fotografato prima di cuocere, perché non ho fatto in tempo a farlo, appena cotta, perché il golosone era troppo impaziente di mangiarla e l'ha divorata  in pochi minuti. 


Per la cronaca per il verde ho usato olive verdi, capperi e foglie di rucola, per il bianco la mozzarella e per il rosso i pomodorini ciliegia, il tutto disposto in modo da formare 6 bandiere cioè 6 porzioni. 
Ed ora un po' di canzoni sul tema:



Forse non tutti sanno che la bandiera Italiana ha ben 214 anni: 
BREVE STORIA DEL TRICOLORE accompagnata dalla canzone LA BANDIERA DI TRE COLORI



mercoledì 16 marzo 2011

Perché dico no al nucleare

In questo post di Gabriele Possiamo scegliere: non lasciarti imbrogliare trovate le motivazioni  contrarie alla costruzione di nuove centrali nucleari in Italia, che condivido al 101% ;) 
Dopo averlo letto e soprattutto esservi documentati cliccando i link che ha inserito per sostenere le sue tesi , vi invito a firmare la petizione di Greenpeace, cliccando sull'immagine nella barra laterale a sinistra del  mio post  per firmare la petizione: "Referendum nucleare: Maroni, fai risparmiare all’Italia 400 milioni di euro" 
E ricordatevi il referendum è abrogativo: se siete contrari alle nuove centrali dovrete votare . Non lasciatevi imbrogliare anche da questo! 
Vi ricordo anche che in Italia abbiamo ancora i resti delle vecchie centrali nucleari dismesse di Trino Vercellese, Caorso e Montalto di Castro, le cui scorie radioattive recenti servizi di Report e Presa diretta hanno mostrato stoccate in contenitori arrugginiti, dove la manutenzione lascia a desiderare, ancora potenzialmente pericolose e dannose per l'ambiente e  autentiche mine vaganti per la salute non solo degli abitanti delle zone circostanti.
Per chi ha tempo e se la fosse persa:


Nucleare. Intervista esclusiva al Prof. Luigi Sertorio

lunedì 14 marzo 2011

La bandiera di tre colori è sempre stata la più bella....

Il tricolore sul mio balcone ha fatto uscire il sole

I bambini ci guardano, ci ascoltano e non possiamo più dire "tanto non capiscono", perché ora i bambini sono attenti osservatori e comprendono subito le situazioni.
I bambini ci osservano, ci studiano e percepiscono molto velocemente cose che per loro sono ancora premature. 
Così può accadere che un giudizio infelice, dato con leggerezza da un genitore sulla bandiera italiana, possa far trasformare il tricolore, regalato a una bambina, da una bandiera da sventolare con la gioia dell'innocenza del dono appena ricevuto, in un "mocio" per pulire il pavimento della sua cameretta, come fa la mamma.
Malgrado il disappunto provocato dall'aver assistito a questa scena, oggi ho deciso di esporre con orgoglio il mio tricolore al balcone, nonostante la pioggia, cantando questo canto popolare 
Questo mi ha ricordato la recita scolastica in IV elementare, in occasione del Centenario della 2a Guerra d'Indipendenza. In esso interpretavo Rosa, la cameriera della maestra del paese, che, di nascosto,  si procura un telo bianco, uno rosso e uno verde per confezionare il tricolore e festeggiare la vittoria dell'esercito franco-piemontese contro quello austriaco che permise il ricongiungimento della Lombardia al Regno di Sardegna e pose le basi per la costituzione del Regno d'Italia. 

Aprile 1959 Gavirate (Va) Teatro Eden.
(Il mio amore per il tricolore è iniziato con questa recita)


Ricordo anche le lotte coi compagni di scuola per avere il privilegio di poter portare la bandiera italiana nelle sfilate di commemorazione, nelle feste civili, ai funerali di persone importanti del paese.
Oggi questo orgoglio lo sentono forte i nuovi Italiani che vengono da lontano e che non si vergognano di manifestare la loro adesione all'identità nazionale, sventolandone il vessillo.

LINK

Occasioni di fotografia per il 150° dell'Unità d'Italia

mercoledì 9 marzo 2011

Una serata da ricordare: storie di donne speciali



Credevo di poter scrivere oggi un bellissimo post sull'esito del tè multietnico di ieri e che non avrei accompagnato mio marito alla serata pubblicizzata in questa locandina.
Invece, dopo cena, ho deciso di accogliere il suo invito, per mitigare un po' la delusione del fallimento di quella che ritenevo un' iniziativa più meritevole di dare un significato all'8 marzo, come Giornata internazionale della donna nella mia città.
Devo dire però che non me ne sono proprio pentita, sia per quello che ho visto, sentito, toccato, gustato, ma soprattutto per le persone che ho incontrato, e mi hanno riportato ad un passato non proprio felice, ma che ha dato un senso più vero alla mia vita di oggi.


All'ingresso del bel Palazzo che ospita la serata ci accolgono con un rametto di mimosa le PERSONE che io chiamo "gli angeli dell'ANT" , in gran parte donne, che forniscono assistenza domiciliare gratuita ai sofferenti di tumore ed alle loro famiglie e hanno contribuito alla realizzazione e alla riuscita di questa serata indimenticabile.
La prima saletta che ospita la mostra fotografica, pezzo forte della serata, è già gremita all'inverosimile. Le immagini di Rosetta Zampedrini che intravvedo sono inquietanti. 
Mio marito mi guida al cartello con la chiave di lettura, che le rende subito comprensibili, confermando quello che avevo intuito e mi fanno rivivere, sensazioni ed emozioni, mai dimenticate. Eccolo:

L'OSPITE
All'improvviso, con violenza, mi aggredisce, così inatteso, emerso dagli abissi, lasciandomi attonita.
E' un attacco feroce che non mi dà dolore, solo vuoto, un grande e unico vuoto.
Strano non sentire paura o dolore, strano vedermi sdoppiata: una donna giovane, con voglia di vivere, con prospettive e progetti.
Sto guardando un'altra che mi assomiglia, che parla come me,che si muove come me, ma non sono io.
E così decido di affrontare il cancro con razionalità e a muso duro, negandomi fragilità, paura, dolore, disperazione.
Non voglio mostrare a chi mi sta accanto quanto mi sconvolga ciò che sto vivendo.
Nego a me stessa, nego agli altri, ma lentamente emergono il pianto,la disperazione,la paura,la morte,l'irrazionale e mi prendono alle spalle  e li accolgo in solitudine, lontano da occhi indiscreti,
Sono convinta che basto a me stessa, e che, moderno Davide,vincerò da sola questa partita mortale. Ma così non è, perché poi,lacerata nel corpo mi abbandono e mi arrendo.
Quest'ospite che non ho voluto, che non voglio, mi obbliga alla resa dei conti e ad accettarmi con tutti i miei limiti, le mie ombre come parti imprescindibili.
Ho imparato ad affidarmi agli altri e a chiedere aiuto senza temere giudizi.
A distanza di anni, la cicatrice che mi ha lasciato mi ricorda ogni giorno chi sono e che prima o poi potrebbe tornare a visitarmi.

Al termine del percorso, come per incanto, mi appare Chiara, la dott.ssa dell'ANT, che ha assistito con amore il babbo di mio marito e contribuito a rendere più dignitosa la sua morte e la nostra vita, su cui si stava scatenando un altro uragano. 
E' lei col suo dolce sorriso, accompagnato da quello delle sue 2 meravigliose bambine, che capisce subito lo choc, provocatomi da quelle immagini e mi invita a vedere la 2a parte della mostra nella sala attigua, riguardante proprio il periodo che abbiamo vissuto col suo aiuto e quello di altri angeli dell'ANT. 
Le fotografie di Felice Bianchetti portano questa breve introduzione
L'OSPITE (2a parte)
Quando quest'ospite arriva è sempre inatteso.
Sai chi è: l'hai visto ovunque,al cinema,in teatro,in televisione,a volte anche in casa di amici, ma tu non lo attendevi, non sapevi che sarebbe toccato anche a te ospitarlo.
Che ci fa qui? Se ne andrà mai?
La sua presenza scombussola improvvisamente tutto, stravolge la vita quotidiana, sconvolge la visione del tuo futuro e sai che ti attenderanno giorni cupi in sua compagnia...
Poi, come un flashback sui miei giorni  vicino a Gabriele e a Pietro, suo padre, le immagini de
I GIORNI DI MARY
Mary mi ha permesso di entrare nei suoi giorni, mi ha dato la possibilità di condividere alcuni suoi momenti, mi ha lasciato vedere quello che lei vede scorrere dal suo letto.
Prigioniera della sua malattia che lì la tiene e la costringe a vivere un mondo dove più niente è come prima, dove le prospettive sono stravolte, dove i ricordi che ogni tanto affiorano fanno piangere.
Ed in questa storia, dove ora è difficile immaginare le risate di una volta durante i pranzi e le feste con gli amici, ho conosciuto Greta, la figlia, che ha deciso di vivere accanto a sua madre, trascorrendo con lei tutto il tempo dopo il lavoro.
Coraggiosa Greta!
Mi aiuta a superare la mia diffidenza e a farmi sentire a mio agio mentre mi spiega come sono le giornate di sua madre e mi parla di Michela la dottoressa, di Eleonora l'infermiera, di Paola la parrucchiera, di Halina che aiuta in casa, Persone che aiutano Mary in questi giorni amari, non solamente con la loro professionalità, ma anche con preziose gocce di dolcezza, che lasciano con la loro spontaneità.
Grazie a loro, col trascorrere del tempo, mi diventa naturale il difficoltoso calarsi in questi giorni e così riesco a sentire le emozioni sgorgare dal legame madre/figlia,dalle cose care a Mary e tutto quello che mi circonda si dilata e lascia intravvedere l'amore.

L'ultima chiamata per il delizioso intrattenimento musicale dell'orchestra di plettri Armonie in pizzico seduti per terra, accanto ad Eleonora la "nostra" instancabile e sempre disponibile infermiera dell'ANT, felici entrambe di ritrovarci e raccontarci le novità nelle pause fra un brano e l'altro, senza sentire il freddo del pavimento.
Infine, dopo aver deliziato le nostre orecchie con le musiche, sapientemente scelte per l'occasione, fra cui La vita è bella  a me particolarmente cara, siamo scesi  a gustare il delizioso rinfresco organizzato per l'occasione dal gruppo fotografico Click, dove ho incontrato tutti gli artefici di questa indimenticabile serata, che  ha reso proprio speciale questo mio 8 marzo. 
Il mio grazie a tutti, ma in particolare a Rosetta, Luisa, Mary, Greta, Chiara, Eleonora e le meravigliose donne dell'ANT di Brescia.

lunedì 7 marzo 2011

8 marzo:rimettiamo al mondo l'Italia

Quest'anno la giornata della donna coincide con l'ultimo giorno di Carnevale: sarebbe interessante che da domani ci togliessimo tutte la maschera per cercare di rimettere al mondo l'Italia. Qualcuna ci sta già provando QUI  e in QUESTO POST


A BRESCIA  nell'ambito di un’azione educativa, sostenuta dal Comune di Brescia, che coinvolge diversi oratòri della città, che si chiama SPACEBOOK, nel centro Pastorale della Parrocchia di S. Maria in Silva, domani pomeriggio alle 16, in occasione della Giornata internazionale della donna, si terrà un tè multietnico per tutte le partecipanti.

DONNE di Zucchero Fornaciari

Donne in cerca di guai 
donne al telefono che non suona mai 
Donne in mezzo a una via 
donne allo sbando senza compagnia 
Negli occhi hanno dei consigli 

e tanta voglia di avventure 
e se han fatto molti sbagli 
sono piene di paure 
Le vedi camminare insieme 
nella pioggia o sotto il sole 
dentro pomeriggi opachi 

senza gioia ne dolore 
Donne
pianeti dispersi ,
per tutti gli uomini così diversi 
Donne amiche di sempre 
donne alla moda donne contro corrente 
Negli occhi hanno gli areoplani 
per volare ad alta quota 
dove si respira l'aria e la vita non è vuota 
Le vedi camminare insieme 
nella pioggia o sotto il sole 
dentro pomeriggi opachi 
senza gioia ne dolore 
Donne in cerca di guai 
Donne al telefono che non suona mai 
Donne in mezzo a una via 
donne allo sbando senza compagnia