venerdì 7 giugno 2013

Dopo 2000 anni....la giustizia dei potenti

 
"Il potere dichiara che il giovane arrestato di nome Gesù figlio di Giuseppe è morto perché aveva le mani bucate e i piedi pure, considerato che faceva il falegname e maneggiando chiodi si procurava spesso degli incidenti sul lavoro. Perché parlava in pubblico e per vizio si dissetava con l´aceto, perché perdeva al gioco e i suoi vestiti finivano divisi tra i vincenti a fine di partita. I colpi riportati sopra il corpo non dipendono da flagellazioni, ma da caduta riportata mentre saliva il monte Golgota appesantito da attrezzatura non idonea e la ferita al petto non proviene da lancia in dotazione alla gendarmeria, ma da tentativo di suicidio, che infine il detenuto è deceduto perché ostinatamente aveva smesso di respirare malgrado l’ambiente ben ventilato. Più morte naturale di così toccherà solo a tal Stefano Cucchi quasi coetaneo del su menzionato". 


(Risposta di Erri de Luca  apparsa su Liberazione l'11 novembre 2009 all'insopportabile dichiarazione di Giovanardi : «Stefano Cucchi era in carcere perché era uno spacciatore abituale. Poveretto, è morto, e la verità verrà fuori, soprattutto perchè pesava 42 chili. La droga ha devastato la sua vita, era anoressico, tossicodipendente… E poi il fatto che in cinque giorni sia peggiorato… Certo, bisogna vedere come i medici l’hanno curato. Ma sono migliaia le persone che si riducono in situazioni drammatiche per la droga, diventano larve, diventano zombie: è la droga che li riduce così»)

2 commenti:

riri ha detto...

Un'ottima risposta per un evento di grande ingiustizia. Si sa ci sono due tipi di "giustizia", quella per i ricchi e quella per i poveri che non possono permettersi alcun ghedini o simili, per fortuna che abbiamo Guariniello!!
Ottimo post Luigina!!

nucci massimo ha detto...

mai visto che la droga faccia venire contusioni e ferite tipiche di bastonate e cazzotti.
Oh, però posso sbagliarmi.
Dico che se ci mettiamo a proteggere i poliziotti fascisti e picchiatori non ci vuole molto ad arrivare a un regime argentino.