venerdì 23 ottobre 2009

Povera scuola!

Approfitto di una tregua nel cattivo funzionamento del mio blog per portare all'attenzione di chi ancora mi legge questi post dal blog di Gabriele, nel caso vi fossero sfuggiti. Sono amare considerazioni che mi coinvolgono come ex insegnante, come moglie , come mamma, come nonna e come amica vostra e dei vostri figli, perché i problemi della scuola non si possono risolvere tagliando in modo sconsiderato su tutto e soprattutto sulla scuola pubblica, mortificando gli insegnanti e scaricando su di loro tutti i mali del paese e della scuola. Gli effetti delle riforme a colpi di decreti e di proclami che si stanno facendo ora si vedranno fra qualche anno e li pagheranno i nostri figli e nipoti. Meditate gente, meditate.

la musica è finita... gli amici se ne vanno... e tu...


La fine del Diritto


Questa è invece la lettera di un insegnante rivolta al nostro ministro dal sito di rete scuole

15 commenti:

jasna ha detto...

Avevo già letto da Gabriele questi post, senza commentare. Certo che da questo punto di vista è allarmante lo stato di precarietà. In una società moderna, (evoluta) ...la cultura e la ricerca dovrebbero essere garantite non con le briciole ma con fior di iniziative e di denaro pubblico. con questo non voglio dire che sia giusto garantire il lavoro al precariato creato dallo stato ,per concorsi e graduatorie schifosamente create... sfacendo si che oggi migliaia di insegnanti si trovano quasi ad elemosinare un posto di lavoro. Come genitore vi confesso che sono allarmata e preoccupata per i miei figli , che con una scuola così insufficiente, sotto il profilo didattico, per programmi vecchissimi e insegnanti incazzati ... non so quale possa essere il vantaggio oggi di una scuola pubblica.
L'investire sui giovani , sulla loro formazione dovrebbe essere alla base di ogni paese democratico e civile... invece ci ritroviamo a leggere queste lettere tristi, e ad ascoltare insegnanti validi che non vedono l'ora di andare in pensione. Che tristezza.

Luigina ha detto...

Jasna ma in realtà questa situazione è stata creata ad arte per favorire le scuole private. Quello che dispiace è che si faccia di tutte le erbe un fascio, etichettando un'intera categoria come fannullona e creando un odio di classe, due blocchi contrapposti. Non c'è più diritto di critica , tutto imposto dall'alto, altrimenti si è tacciati di essere comunisti. Penso che la scuola, la sanità e la sicurezza debbano essere un diritto sacrosanto di tutti e perciò DEBBANO RESTARE PUBBLICI.Ti abbraccio

jasna ha detto...

sono con te cara Luigina... ma come deve fare un genitore per tutelare il futuro dei propri figli? Il mio è un rammarico grandissimo... lo sai a quanto tenga ai bimbi di oggi. Il fatto è che non sembra esserci soluzione a questi debosciati che stanno distruggendo un diritto inviolabile . quello dell'istruzione e della salute. Il fatto è che nel momento in cui ci troveremo io e Ale a decidere per il futuro dei nostri figli, se non ci saranno i presupposti giusti.. personalmente siamo disposti a dei sacrifici... Tu cosa faresti? Capisco il rammarico di te e Gabriele, e avete tutta la mia stima ... Ma anche Gabriele , mi sembra stufo e stanco... e lo capisco , perché crede nel suo lavoro di educatore e sono convinta che di insegnanti come lui ce ne siano molti.... purtroppo a cui non è permesso di fare il proprio lavoro. Un abbraccio.

riri ha detto...

Cara Luigina ho letto attentamente la lettera e credimi è una situazione che fa star male..lo dico perchè conosco persone che vivono con quest'incubo...stanchezza e voglia di andare via da questo paese che non si occupa nemmeno della cosa, a mio avviso, più importante...la formazione dei ragazzi per un futuro possibilmente non da precario...la sento in giro, si avverte nell'aria, la voglia di mollare..Capisco le ragioni di una partenza così dolorosa ma sono certa che offrirà molto, sul piano didattico ed umano..per quelli che restano c'è da sperare che trovino il modo di protestare di più e coinvolgere studenti e famiglie..
Ti abbraccio e ti auguro un buon fine settimana.

Renata ha detto...

Ciao Luigina !
Difficile non essere con te e con Gabriele in questo mare di amarezza.
E difficile non essere colpiti dall'amore per i nostri ragazzi che si rivela imperioso dalle vostre parole.
E difficile non esservi profondamente grati.
Con stima e gratitudine.Un abbraccione.

educatore ha detto...

Cara Jasna e care amiche.
I problemi sono sostanzialmente due: la scuola di base e la scuola di formazione. La prima ha cessato di esistere nella forma che conosciamo. Un tempo la scuola di base forniva conoscenze (oggi si parla di competenze) che servivano per diventare cittadini consapevoli con una base di preparazione culturale che definirei "adeguata" cioé corrispondente al livello collettivamente considerato "soddisfacente". Ora quel livello è assunto come "minimo" e "sufficiente". Ci si aspetta cioé che la scuola di base insegni a leggere, scrivere e fare di conto. Il resto è definito "traguardo di apprendimento" e come tutti i traguardi non è detto che debba essere tagliato. Dunque è un "di più". La scuola di base non è più il luogo di crescita culturale che permette di avere qualche genere di affermazione sociale. Ora il progresso sociale si raggiunge con le opportunità offerte dalla famiglia: giochi istruttivi fin da piccoli, internet, genitori che orientano alla visione di buoni documentari, che portano alle mostre ed a visitare città e luoghi d'arte e di storia, viaggi all'estero, che offrono buone letture, teatro, iscrizioni a gruppi e club che producono cultura, scambi con coetanei, stage all'estero... Siamo tornati al "prima della scuola pubblica". Quando i signori potevano permettersi una formazione vincente per i loro figli. In una classe che mediamente non comprende comunicazioni semplici in lingua italiana... cosa si può fare di più.
Si può fare solo ed esclusivamente EDUCAZIONE cioé formazione umana e civile... e che i contenuti vadano a farsi benedire.

Diversa è la questione per le superiori. La scelta è stata quella di ridurre le ore, le specializzazioni, i laboratori.
i paesi emergenti tengono invece a scuola i ragazzi dalla mattina alla sera e gli "fanno un [U10 'tanto" mantenendo una pesante selezione: chi non tiene il ritmo è fuori. Ed essere fuori significa per un ragazzo cinese, indiano, malese... rinunciare ad una vita migliore. Da noi tenere il ritmo significa seguire un percorso fatto di formazione superiore, università, specializzazione, master... precariato.

Da questa condizione si può uscire con un cambiamento politico e sociale epocale, che non valorizzi più il profitto ed il consumo, ma che inventi una nuova "economia sostenibile" fatta di servizi, non fondata sul consumo di risorse non rinnovabili (combustibili fossili, metalli ecc...). Invece qui si discute sulla ripresa fondata sul CONSUMO: esattamente la causa del disastro economico e sociale post-industriale. Rilanciare il consumo, alzare il PIL... mentre invece il pil va abbassato perché è necessario produrre benessere e non benavere e benconsumare.

La crisi della scuola è semplice specchio della crisi globale. La mia opinione personale è che bisogna raggiungere un punto di svolta che comporti una nuova consapevolezza culturale, economica e sociale. Invece si sta tentando di fare ripartire un motore che ha ormai concluso il suo ciclo storico. Fose ci vorranno 10 anni, forse venti... solo DOPO saremo pronti a inventare una nuova scuola.

... ma io sono un modello fuori produzione del secolo scorso.
Ho deciso di cambiare terreno di gioco.

La soluzione immediata di sopravvivenza per le famiglie è:
a) la scuola per socializzare
b) la famiglia per formarsi.

Un tempo la scuola forniva le opportunità di socializzazione e formazione in modo integrato.
Non è più così. Ci piaccia o no.

educatore ha detto...

scrivo due righe... e poi invece mi viene una sbrodolata interminabile.... Vabbé: copio, edito e ripubblico sul mio blog.
Grazie a tutte voi per avermi fornito lo spunto.

Luigina ha detto...

@Jasna, riri e Renata grazie per la partecipazione e la condivisione della nostra amarezza, cui
Gabriele, col suo lungo commento, si ostina a dare un senso, per mitigare la sua delusione e la sua impossibilità a porvi rimedio.

Paola ha detto...

Certamente siamo tutti con te!!!
Che amarezza!!!
E non aggiungo altro!!!
Ciao dolce Luigina grazie di essere passata... buona serata un abbraccio e bacione

PS: lo penso anch'io... basta ricordare il significato e rimane più semplice pronunciarli... grazie nuovamente per le tue parole e complimenti... ogni tanto ci vuole qualcosa di "soft" per allietare giornate tristi...

il monticiano ha detto...

La ministrina che pare ingessata quando si presenta in TV deve avere qualche problemino perché sembra ormai chiaro che ogni uscita che fa combina guai e di quelli grossi.

Adriano Smaldone ha detto...

pOvErA ItAliA PeR daVvEro! La GelMinI E vErAMenTe IiGNorANtE

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Se penso che la Gelmini aveva parlato perfino di una scuola della musica... ho letto anche gli altri post e lo sconforto del blogger é assolutamente comprensibile.

Luigina ha detto...

@ Aldo la "ministrina" è un robot telecomandato, basta ascoltare come parla.

@Adriano spetta a voi giovani ribellarvi all'ignoranza dilagante altrimenti vi travolgerà

@ Daniele tra il dire e il fare di questa gente c'è di mezzo... l'oceano purtroppo.

riri ha detto...

Ciao Luigina, Blogger sopraffina:-) Grazie ancora per i tuoi auguri, oggi ricomincio da 50 anni:-))
Buona giornata con un bacio ed un sorriso.
ps. mi hanno anche regalato un biglietto per lo spettacolo di Fiorello che sarà a Torino il 17/12:-))maròòòòò, mi aspettavo La traviata ( va buò..l'ho già vista 2 volte),almeno con fiore si ride:-))

Luigina ha detto...

@ Rirì meglio Fiorello che La Traviata per tirarsi su il morale in questo periodo. Il 17 dicembre è il primo compleanno di Francesca e anche per noi sarà una giornata divertente spero.