martedì 11 novembre 2008

Un aquilone per S.Nicolas-Parte prima


Ed eccomi ad aggiornarvi sulle ultime vicende che hanno visto protagonisti i mie amici Peppo ed Adriana di cui vi avevo già parlato
qui Fra le tante fotografie che mi ha portato l' amica Adriana ho scelto queste

















perché rappresentano il sogno che si stava faticosamente realizzando a S. Nicolas, ma che ora, al suo ritorno, rischia di essere compromesso per disguidi, cavilli burocratici, e non ultime anche dolorose incomprensioni con chi gestisce l'associazione che dovrebbe finanziare i vari progetti in corso.
Maddalena, una ragazza che ha trascorso recentemente alcuni mesi a S, Nicolas, ha preparato questa bella presentazione che per forza di cose dovrò pubblicare a puntate per illustrarvi completamente le ultime iniziative e i bisogni di questa comunità.





SAN NICOLAS:

PRESENTAZIONE AREA DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO


CONTESTO GENERALE ECUADOR:

L’Ecuador, piccolo stato affacciato sulla costa occidentale dell’America Latina, è abitato da circa 13 milioni d’abitanti, di cui oltre il 40% d’origine indigena quichua. Dal punto di vista economico e sociale il piccolo stato Andino soffre di strutturali deficienze macroeconomiche che negli anni hanno portato all’inasprirsi delle tensioni sociali. I progressi dell’economia e il calo dell’inflazione producono benefici che sono tuttavia indeboliti dalla corruzione ormai cronica: secondo la Camera di Commercio di Quito il Paese perde ogni anno l’11,2% del PIL. L’Ecuador soffre di una dura crisi economica e il Fondo Monetario Internazionale non concederà crediti se non verrà messo un freno alla spesa pubblica e alla corruzione.

Il giovane economista di sinistra Rafael Correa ha vinto le ultime elezioni presidenziali svoltesi nel novembre 2006. Correa si configura cosí come l’ottavo capo di stato che entra in dieci anni a Quito nel palazzo di Carondelet, tre capi di stato non hanno potuto portare a termine il loro mandato. L’elevata instabilità politica del Paese lascia i suoi abitanti in una situazione di caos legislativo e di sfiducia per le autorità con il conseguente instaurarsi di una società civile violenta e disomogenea.

Dal punto di vista dei bambini, gli ultimi governi hanno raddoppiato dal 1999 al 2003 il budget destinato al welfare. Pur facendo registrare notevoli miglioramenti negli indicatori più importanti, la situazione generale dei bambini resta però preoccupante.

Quasi il 70% dei 4,8 milioni di bambini vive in povertà. Il 15% dei bambini sotto i cinque anni di età soffre di malnutrizione e i programmi governativi rivolti ai bambini riescono a raggiungere solamente l’8,4% della popolazione infantile.



CONTESTO SPECIFICO AREA REALIZZAZIONE PROGETTO:

San Nicolas de Juigua è una comunità situata nella provincia del Cotopaxi, a 3100 metri d’altezza sopra il livello del mare. L’accesso avviene attraverso sentieri costruiti nel corso del tempo con gli aiuti delle comunità locali, si tratta di piccole strade senza pavimentazione, che risentono dei difetti topografici di una costruzione rudimentale. Gli abitanti della comunità sono per il 99% indigeni di lingua quichua che vivono in condizioni di povertà assoluta.





Dal punto di vista geografico è una zona
estremamente secca caratterizzata da
precipitazioni scarse e per questo motivo è
necessario un sistema d’irrigazione adeguato
per la coltivazione d’ortaggi come patate e
orzo.
L’assenza di un sistema d’irrigazione che renda possibile la coltivazione determina un processo migratorio permanente, specialmente degli uomini, adolescenti, giovani, adulti, alla ricerca di una soluzione lavorativa.







Essi s’impiegano normalmente come facchini, nell’ambito dell’edilizia o come lustrascarpe. Normalmente emigrano verso le due grandi città, Quito e Guayaquil, anche se si registrano casi di migrazione verso l’Europ a, in particolare verso la Spagna. La migrazione permanente ha portato come conseguenza la disgregazione familiare. Molti focolari sono caratterizzati da donne capofamiglia che svolgono il ruolo di padre e madre per una media di sei o più figli. Allo stesso modo si trovano famiglie condotte dalla nonna a causa dell’allontanamento della madre per cercare un impiego che le permetta di istruire i propri figli. Queste donne si dirigono verso Quito e Guayaquil dove lavoreranno come domestiche e saranno destinate a soffrire gli effetti della discriminazione razziale, sessuale, sociale ed economica.

Come conseguenza di tutti questi fattori, per i bambini della comunità si prospetta una realtà di privazione materiale, fatta di denutrizione cronica, affettiva e formativa, nella quale si rileva la mancanza di un processo educativo scolarizzato.

Per quel che riguarda la situazione sociale, gli indigeni sono discriminati nella partecipazione socio–politica e non sono presi in considerazione rispetto alle decisioni d’investimento sociale, di qualificazione dell’istruzione e di sistemi d’attenzione per salute e nutrizione. Non esiste nella comunità un centro ospedaliero adeguato, né un dispensario.

Il problema più acuto della comunità di Juigua è quello dell’acqua, infatti, quella utilizzata per l’alimentazione, che proviene dalla parte alta della montagna, è la stessa che bevono gli animali, che usano gli abitanti per lavare e che naturalmente è contaminata da ogni tipo di residuo accumulato dallo scorrere del fiume. Dunque, l’acqua è molto inquinata e colpisce direttamente la salute delle persone, causando malattie diarroiche, digestive e allergie della pelle.

A San Nicolas si aggruppano per differente attività le comunità di Guantubamba, Yacubamba, Tuglin, Capilla, La Playa, Cuturibí Chico, Cuturibí Grande, Cachi, Santa Barbara, Aguallaca, Puchultiza, San Vicente, San Alfonso, San Francisco, Guarangal, San José De Barba, Molino Pata, e altri, raggiungendo un totale di circa 20 comunità.(continua..)





2 commenti:

riri ha detto...

Ciao Luigina,grazie di aver postato queste realtà,ho letto con interesse,stupore e speranza,sono andata anche da Micki...ci sono progetti..ma soprattutto persone che sanno dare con semplicità..ecco è proprio questa la speranza.....come un aquilone per S.Nicolas.
Un abbraccio forte

Luigina ha detto...

Grazie riri. Oggi posterò la 2a puntata, per tentare di far volare questo aquilone e ridare serenità a chi ha speso 32 anni della sua vita per ridare il sorriso a questi bimbi, ma anche ai giovani e agli anziani