martedì 31 dicembre 2013

Una canzone senza tempo per dodici mesi

domenica 29 dicembre 2013

Un paesino da fiaba per chi non ha paura del futuro

Condivido qui l'articolo di Alfredo Bonomi pubblicato su Vallesabbia non solo news, nella rubrica "Briciole di cultura"  col titolo "Emozioni a Presegno", il paesino da fiaba, dove il nostro amico Massimo Braghini, che ci ha fatto vivere dal suo sito a pedali Lauramax.it, le sue emozioni in bici per le strade dell'Europa, quest'anno ha saputo reinventarsi completamente la vita con un coraggio da leoni e si prepara a farci vivere emozioni ancora più autentiche





 

27/12/2013 13:56:00 Lavenone Valsabbia - Briciole di Cultura

Emozioni a Presegno

di Alfredo Bonomi


La valle dell'Abbioccolo è quasi unica dal punto di vista paesaggistico ed è tutta da gustare, prima di giungere a Presegno, partendo da Lavenone

La strada che, in parte, costeggia il torrente, gli antichi ponti che segnano molti anni di vita, testimoniano di una zona abitata ed interessata ai transiti dei viandanti già a partire dagli anni che videro lo sviluppo di molti territori dopo il Mille.
Il paesaggio è di quelli che non si dimenticano in fretta. Sulla destra, per chi sale, la “Corna Zeno” si frastaglia in tonalità coloristiche che compongono un quadro perfetto.
Prima di piegare verso Presegno, la nuova strada, costruita nei primi decenni della seconda metà del secolo scorso da un sindaco al femminile, allora una novità anche a livello più vasto, invita a sostare un poco nella conca di Vaiale, a tutti nota come la zona delle “Piccole Dolomiti” perché lo scenario dei picchi della “Corna Blacca” e della “Cima Caldoline”, che chiudono l’orizzonte, ricorda quello delle “Grandi Dolomiti” venete e trentine.
L’origine del paese è da ricercare non solo nelle possibilità di vita date da un’economia montana basata sull’allevamento del bestiame, con la produzione di formaggi, e sullo sfruttamento dei pascoli di alta quota, ma ancor di più nell’intreccio di antichi percorsi, pure di “alta quota”, interessati da flussi commerciali ed, in alcuni periodi storici, strategici.
Infatti il passaggio dalla valle dell’Abbioccolo, attraverso l’alto passo “della Berga”, portava nelle montagne dell’Alta Valle Trompia ed a Bagolino ed era per questo grosso centro montano una alternativa sicura alla strada che costeggiava il Lago d’Idro diretta a Brescia, in caso di guerre o di altre difficoltà.
Inoltre, il collegamento con Ono e Forno d’Ono, attraverso il “Passo della Croce” metteva in contatto Presegno con la piccola “capitale” della “Universitas della Pertica”, entità amministrativa alla quale partecipò per più di 400 anni anche Presegno, sino al 1928, quando confluì nel Comune di Lavenone.
È sintomatico che, a monte di Vaiale un territorio sia chiamato ancora oggi “Le Pertiche”. Forno d’Ono era il “cuore propulsivo” della produzione delle “ferrarezze” con il forno fusorio e parecchie fucine; alcune famiglie di Presegno, come quella dei Bonetti, erano direttamente interessate a queste attività anche per diversificare la loro economia.
I nuclei abitati di Presegno e Bisenzio sono una vera sorpresa. Le dimore, ben proporzionate ed eleganti, sono una eloquente testimonianza di una “civiltà contadina” decorosa e carica di buon gusto.
I portali, scolpiti in pietra locale dai lapicidi della famiglia Mora, qui giunta ed attiva per più di un secolo a partire dagli inizi del 1600, sono la “carta di identità” delle famiglie Zorzi, Zanaglio, Campagnoli, Bonetti, Berardi, Dusi e di parecchie altre. Con i loro vistosi stemmi, quasi a voler imitare quelli dei palazzo nobiliari, dovevano rendere bene l’idea di un “prestigio locale”, coltivato e mantenuto, magari con qualche tocco volutamente di troppo.
La piazzetta di Presegno è un gioiello. Chiama a sintesi l’impianto urbano.
Una serie di portali, in pietra finemente lavorata, diventa lo sfondo artistico di uno spazio che ha le caratteristiche di un teatro all’aperto, certo rustico ma con movenze nobili. Il tutto è di notevole impatto emotivo che aumenta ulteriormente se si pensa alla storia che hanno visto queste pietre ingentilite dalla creatività umana.
La chiesa parrocchiale non è da meno. Costruita a partire dal 1689 dai “magistri murari” Giacomo Caratti ed Andrea Comitti su disegno dell’architetto comasco Alvise Pernici, nonostante i molteplici furti subiti, è molto armoniosa e ricca di opere d’arte. Il portale, sempre in pietra scolpita, è una felice fusione tra l’inventiva di stampo popolare ed il richiamo agli schemi dell’arte barocca. Assai graziosa è pure la chiesa di Santa Maria della Neve a Bisenzio, opera settecentesca del comasco Giuseppe Cetti, con affreschi di Giulio Quaglio della Val d’Intelvi.
Purtroppo, come altri borghi montani, nel secolo scorso, specialmente a partire dagli anni del “miracolo economico” del dopoguerra, Presegno ha subito un massiccio spopolamento, con il venir meno di quel “quadro economico” che, per secoli, aveva assicurato agli abitanti la possibilità di vita in loco.
Veramente l’emigrazione era già iniziata alla fine del 1800 ma, nei primi decenni del ‘900, il paese era rimasto consistente, con una popolazione che, in media, si aggirava intorno alle 350 unità.
I primi giovani emigrati in cerca di un lavoro e di “fortuna” si erano diretti verso gli Stati Uniti d’America. Quando poi la situazione mutò, molte mete riguardarono l’Italia.
Tutti però mantennero un forte legame con il loro paese d’origine.
A questo riguardo è assai significativa la cronaca della festa tenuta nel settembre del 1909 per la posa in chiesa della statua della “Madonna del Rosario”, acquistata con le offerte dei giovani emigrati negli Stati Uniti d’America.
In un registro conservato in una biblioteca privata è contenuto il completo resoconto dell’impegno economico affrontato. Veniamo così a sapere che gli offerenti dimoranti in paese furono ben 118 con una contribuzione totale di L. 1074,20 a fronte di una uscita di L. 885,90.
Nell’elenco emergono anche 13 famiglie, benestanti o più generose, con una contribuzione individuale superiore alle 10 lire.
La festa fu solennissima. La presenza della Banda Musicale di Casto la rese più gioiosa. Lo sparo di fuochi d’artificio con tre «mortai» acquistati dalla ditta “Guido Glisenti” di Carcina illuminò la serata. Una liturgia adeguata ed un bravo organista lasciarono nel cuore di tutti una forte emozione, anche con il ricordo dei giovani lontani impegnati in un duro lavoro in America.
Questa fu l’ultima occasione vissuta “alla grande”, non era ancora del tutto presente il tarlo della prospettiva dell’abbandono del paese.
Poi seguirono anni con ridimensionamento, sempre più marcato, della popolazione, sino ai nostri giorni nei quali le “pietre parlano da sole”.
I pochi residenti stabili testimoniano però il filo tenace che non si arrende ed è giusto che sia così.

Il futuro in una globalizzazione che ha messo in ginocchio molte comunità di montagna, non sarà facile. Certo, la bellezza del luogo, la poesia dell’insieme, possono ancora far sperare, così come alcune iniziative di intelligente ristorazione. Serve qualche “colpo d’ala” che permetta la continuità della permanenza abitativa non solo come luogo della “seconda casa” che si ripopola nel mese d’agosto, ma come un nucleo di vita che possa palpitare ogni giorno.
Per Presegno forse ci possono essere le premesse per un “sogno di rinascita” come per altri borghi montani spopolati.
In Italia ci sono duemila borghi abbandonati, quindicimila con abbandono del 90%, condannati all’oblio da decenni di emigrazione.
Alcuni, grazie ad iniziative coraggiose ed innovative, stanno riprendendo vita nel contesto di un turismo di qualità.
Anche Presegno, in considerazione della particolarità del paesaggio, che ha le caratteristiche per ospitare persone che desiderano vivere qualche giorno immerse in una natura incontaminata ed in un contesto di architettura rurale di pregio, potrebbe essere trasformato in un “museo diffuso”, con un utilizzo intelligente e raccordato delle dimore, sapientemente restaurate e riadattate.
Questo è già avvenuto in alcuni borghi del Centro Italia. Santo Stefano a Sessario nell’Aquilano è un eloquente esempio di quello che possono fare l’intelligenza e l’iniziativa.
Potrà mai accadere che un danaroso, colto e istruito “imprenditore del turismo” si accorga della bellezza di Presegno? È un interrogativo che oggi ha soltanto la forza dell’utopia, ma non è da escludere che possa avere un seguito positivo.
Per concludere, s’impone una constatazione che meriterebbe approfondimenti. Riguarda le particolarità fisiche degli abitanti.
Generalmente, rispetto ai “perticaroli” loro confinanti ed ai montanari di Bagolino, erano più slanciati, con tratti somatici armoniosi e belli, e questo sia tra i maschi che tra le femmine. Abbondavano gli occhi chiari ed i capelli biondi. Sembrerebbero discendenti da un ceppo distinto dal resto della popolazione dei paesi circostanti (che ci sia lo zampino di qualche guerriero nordico o di qualche “ungaro” qui annidato nell’anno mille, stanco di spostarsi?).
Questo aspetto antropologico andrebbe studiato anche per mantenere vivo il paese attraverso i suoi abitanti, ormai sparsi tutti altrove.
Forse si potrebbero scoprire anche le ragioni di alcune intelligenze creative ed intraprendenti nate a Presegno come i fratelli Bontempelli, diventati ricchissimi a Venezia nel  1500, o i Ventura, detti “Presegno”, stampatori di pregio pure nel  1500. Potrebbe essere anche più chiara la ragione della presenza a Bisenzio di una copia del quadro della Vergine “Salus Populi Romani”, venerata a Roma nella basilica di Santa Maria Maggiore.
Sono piste che tentano la nostra curiosità e la nostra fantasia e fanno parte del fascino comunicato da Presegno.


venerdì 20 dicembre 2013

L'albero dell'amicizia




Tu
che
ne dici
Signore
se in questo
mese faccio un
bell'albero dentro
il mio cuore e ci attacco
invece dei regali
i nomi di tutti i miei
amici? Gli amici lontani e
vicini, gli antichi ed i nuovi,
quelli che vedo tutti i giorni e
quelli che vedo di rado, quelli che
ricordo sempre e quelli che - alle volte - 
restano dimenticati, quelli
costanti e quelli intermittenti,
quelli delle ore difficili e quelli delle
ore allegre, quelli che mi hanno fatto soffrire, quelli
che conosco profondamente e quelli dei quali conosco
solo le apparenze, quelli che mi devono poco e quelli ai quali devo molto.
I miei amici semplici ed i miei amici importanti.
i nomi di tutti quelli che sono gia' passati
nella mia vita. Un albero con radici molto profonde,
perché i loro nomi non escano mai dal mio cuore, un albero dai rami
molto grandi perché i nuovi nomi venuti da tutto il mondo si
uniscano ai
gia' esistenti.
Un albero con
un'ombra molto
fresca affinché
l’ amicizia sia
un momento di
ristoro durante
le lotte della vita.

Vorrei piantare questo albero in un prato verde come la speranza in un mondo migliore che ci accomuna e che innaffieremo ogni giorno insieme, finché vivremo.

 




giovedì 19 dicembre 2013

Bisogno di sbagliare


A volte abbiamo bisogno di sbagliare, di ferirci e di allontanarci per capire che avevamo la
felicità tra le mani.
Passi giorni, mesi, anni cercando la tua strada chissà dove, chissà come. Poi, una mattina qualunque, ti svegli e lo capisci: la tua strada era proprio lì. Era poco illuminata, fatta di curve e di salite, di buche e di semafori, ma era lì. E ora? Cosa fare quando si ha la soluzione, quando gli occhi finalmente ridono e il cuore si fa leggero, ma non sai come raggiungerla, quella strada?
La confusione lascia spazio alla paura. Paura che il tuo passato abbia compromesso il tuo futuro, paura che di quelle due persone, di quelle due fiamme ancora troppo deboli per resistere al vento dell'incertezza, non restino che un paio di foto e qualche sorriso nostalgico.
E allora sarebbe un gran casino.
A volte abbiamo bisogno di smettere di analizzare il passato, smettere di programmare il futuro, smettere di cercare di capire precisamente come ci sentiamo, smettere di decidere esattamente cosa vogliamo e semplicemente vedere cosa succede. (Carrie Bradshaw) 

domenica 24 novembre 2013

Te al centro del mio cuore

E' sempre un'emozione nuova ascoltare e cantare questa canzone, che si sia credenti di qualsiasi religione o no...è una delle poesie d'amore più belle mai esistite.

 TE AL CENTRO DEL MIO CUORE 
Scritta da Marie Thérèse Henderson  Band: Gen verde.
 
Ho bisogno di incontrarti nel mio cuore 
di trovare Te di stare insieme a Te
unico riferimento del mio andare 

unica ragione Tu unico sostegnoTu 
al centro del mio cuore ci sei solo Tu.
Anche il cielo gira intorno e non ha pace 

ma c'è un punto fermo è quella stella là
la stella polare fissa ed è la sola 

la stella polare Tu, la stella sicura Tu
al centro del mio cuore ci sei solo Tu.
Tutto ruota attorno a Te, in funzione di Te 

e poi non importa il come, il dove e il se...
che Tu splenda splenda sempre al centro del mio cuore 

il significato allora sarai Tu
quello che farò sarà soltanto amore 

unico sostegno Tu, la stella polare Tu
al centro del mio cuore ci sei solo Tu.

giovedì 21 novembre 2013

Buon compleanno Gabriele!

Oggi è il tuo compleanno,  ma spero anche l'inizio di un anno dove raccoglierai il frutto di quello che hai seminato e che meriti in gioie e soddisfazioni. Non pensare che gli anni passino troppo velocemente, ma goditi questo giorno come se durasse un'eternità. Un anno in più ....qualche capello bianco in più...non disperare....ci sono io che almeno in questo ti sto davanti e ti batto sempre.
Grazie per tutto l'amore che mi hai dato e mi dai....grazie di esistere..Auguri e buon compleanno da parte di tutti quelli che  ti amano e ti stimano.....anche di quelli che hanno la memoria corta e sempre bisogno di un suggerimento per arrivare al foto-finish ;) .
Un dolce pensiero con la speranza di poter aggiungere ancora tanti giri di rose di mele a questa torta.
 


23 NOVEMBRE 2013: appendice di festeggiamenti con la famiglia Chiesa junior e senior al completo. Alla fine del pranzo Alessandro, tutto compreso nel suo impegno per aiutare Gabriele a spegnere le candeline sulla torta di carote, le ha sempre spente prima che partisse l'autoscatto, ma non ha spento l'entusiasmo del nonno per tutto il resto della giornata. Alla fine i nipotini hanno voluto cantare al nonno la canzoncina di auguri  anche in inglese con l'applauso finale







 








  

domenica 17 novembre 2013

Parole e silenzi

Ci sono vuoti che le parole colmano,
altri che le parole scavano.
Ci sono silenzi che sono un dono,
altri che uccidono che non hanno senso.
Ci sono parole giuste, parole sbagliate,
parole dette o taciute per non fare del male.
Parole attese, sospirate.
Ci sono parole...
Ci sono silenzi...
Un "ci sono" mancato
un "mi dispiace" non pronunciato.
Un "sospeso" non colmato.
Ci sono silenzi
che attendono l'arrivo di una spiegazione
per poter spegnere il tormento di quei perché senza senso.
        Silvana Stremiz
«Ci sono parole che dovrebbero servire una sola volta». (Chateaubriand) … E altre che non si dovrebbero usare mai.
 Ci sono parole che ti segnano nel profondo... e quando pensi di averle dimenticate, riecheggiano nella mente.
Ci sono parole che possono uccidere e parole che possono salvare.
da PenCi sono parole che ti segnano nel profondo... e quando pensi di averle dimenticate, riecheggiano nella mentesieriP«Ci sono parole che dovrebbero servire una sola volta». (Chateaubriand) … E altre che non si dovrebbero usare mai.arole

giovedì 17 ottobre 2013

I bambini imparano ciò che vivono

Stamattina siamo andati  nelle classi della scuola dell'infanzia a conoscere e farci  conoscere dalle maestre e dai compagni di scuola dei nostri nipotini. Abbiamo trascorso un'ora bellissima in loro compagnia, abbiamo giocato con loro e raccontato una filastrocca della nostra infanzia, ci siamo seduti sulle seggioline della classe e ci siamo sentiti bambini fra i bambini, ma soprattutto siamo stati bene, ci siamo divertiti insieme e abbiamo imparato qualcosa anche noi da loro. E la settimana prossima replica, convinti una volta di più anche noi che:

"I bambini imparano ciò che vivono.
Se un bambino vive nella critica impara a condannare.
Se un bambino vive nell'ostilità impara ad aggredire.

Se un bambino vive nell'ironia impara ad essere timido.
Se un bambino vive nella vergogna impara a sentirsi colpevole.
Se un bambino vive nella tolleranza impara ad essere paziente.
Se un bambino vive nell'incoraggiamento impara ad avere fiducia.
Se un bambino vive nella lealtà impara la giustizia.
Se un bambino vive nella disponibilità impara ad avere una fede.
Se un bambino vive nell'approvazione impara ad accettarsi.
Se un bambino vive nell'accettazione e nell'amicizia impara a trovare l'amore nel mondo".


Dorothy Law Nolte


GRAZIE MAESTRA ANNA ED ELISA DI AVERCI DATO QUESTA OPPORTUNITÀ E DI AVERLA FATTA VIVERE AI NOSTRI NIPOTINI  E CONDIVIDERE COI LORO COMPAGNI DI SCUOLA

lunedì 14 ottobre 2013

Pensieri e riflessioni sulla vita e sull'amore ....

Ho scoperto in un angolo seminascosto di un network che va per la maggiore queste riflessioni  di una persona a me molto cara, contrassegnate come "note"  che condivido, faccio mie  e conserverò con tutto quello che sto scrivendo su questo blog che chiuderò presto dopo averle salvate e stampate a ricordo di una bella parentesi anche della mia vita, che non voglio dimenticare e che mi ha aiutato a crescere come persona soprattutto nei momenti più difficili, che non sono ancora finiti.

"Certe persone hanno la capacità di segnare la tua vita così velocemente, che la velocità in cui impiegano ad "uscire di scena" ti lascia spiazzata. Condividi con loro momenti speciali, gioie, dolori, dibattiti, sorrisi, incomprensioni, parole, sentimenti. Grazie a loro impari ad apprezzare suoni, rumori, colori, ed anche se solo per un'ora, un giorno o una notte, imprimono dentro di te un qualcosa di positivo che le lascerà per sempre in un posto del tuo cuore. A ciascuna di esse attribuisci un valore così significativo che quando se ne vanno ti chiedi come mai rimanga di loro solo un ricordo o talvolta persino il nulla. Fino ad un istante prima le consideravi così importanti che ti domandi come sia possibile potervi perdere con così altrettanta facilità per un banale evento o decisione e come sia inconcepibile permettere che per un qualsiasi futile motivo, il tempo vi farà ritrovare semplicemente come due estranei. Tutto ciò ti porterà probabilmente a chiederti cosa alla fine avevate in comune ed è da qui che cominci quasi a negare il tempo trascorso insieme, ad odiare le cose che avete condiviso, a non credere alle promesse fatte, a non accettare più certi gesti, certe parole, certi oggetti, a rifiutare le novità imparate e a diffidare di chi ti sta intorno in generale.
Certo che la vita è proprio imprevedibile! Durante il suo corso incontri un sacco di persone ad alcune delle quali ti leghi talmente tanto che non ti spieghi perchè il destino da un momento all'altro vi faccia allontanare e soprattutto perchè non te le faccia più reincontrare per il resto della tua vita.Probabilmente o semplicemente perchè il destino è ingiusto: ti porta via le persone a cui tieni di più per farti crollare, perché senza di esse non ti capaciti di come la tua esistenza possa andare avanti, senza un pezzettino del tuo cuore alla fine, in fondo è proprio lì che le hai riposte, nella tua mente, ma dall'enorme affetto che hai maturato e provi per loro è nel tuo cuore che hanno la meglio. Purtroppo si dice che il destino è infame, si mette in mezzo a due persone e interferisce nel loro rapporto fino ad annullarlo, ma le persone sono proprio strane, sprecano il loro tempo ad amarsi per poi lasciarsi senza muovere un dito. Alla fine sta ad ognuno di noi fare il possibile per recuperare un legame che il destino cerca di toglierti, sta a noi rincorrerci l'un  l'altro per poi riuscire a riprendersi, ma se questo non succede allora il destino non è infame: il destino è giusto e solo lui probabilmente ti vuole bene, perchè in fondo chi ti ama prima o poi ritorna, non si può nascondere per sempre!" Elena M.3 novembre 2010

venerdì 4 ottobre 2013

Replay di Buon onomastico

Domenica 4 ottobre 2009 dedicavo questo post alla mia nipotina Francesca, ma oggi lo rivolgo anche a tutti quelli che portano questo nome al maschile e al femminile, con i vari diminutivi ed abbreviazioni, ma anche al nostro papa Francesco che, oltre ad avere lo stesso nome è nato anche nello stesso giorno della mia nipotina, con l'augurio di essere orgogliosi del nome che portano e di diventare, come il Poverello di Assisi, autentici costruttori di pace in questo momento così difficile per il nostro Paese e per coloro che fuggono da paesi martoriati dalle guerre, dalla fame e dalle ingiustizie e vedono nel nostro la Terra Promessa 

A Francesca



Quando don Raffaele il giorno del tuo Battesimo chiese ai tuoi genitori il motivo della scelta del tuo nome risposero che lo avevano scelto perché si sentivano particolarmente legati alla figura di S.Francesco d'Assisi. Perciò oggi ricorre anche il tuo primo onomastico, nonostante di Sante al femminile col tuo nome sul calendario ce ne siano a bizzeffe.
E' una giornata importante questa, anche perché il Parlamento italiano, con la Legge 10 febbraio 2005 n. 24, ha riconosciuto "il 4 ottobre quale solennità civile e giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse, in onore del Patrono speciale d'Italia, San Francesco d'Assisi".
Francesca significa anche “donna libera” per questo ti auguro di portare il tuo nome con orgoglio e di riuscire a diventare anche tu portatrice di pace, di serenità e di amore verso tutti gli esseri viventi, libera da ogni condizionamento negativo e sempre con la gioia nel cuore.
Ci sono tante canzoni moderne dedicate a Francesca, ma io preferisco dedicare a te e ai tuoi genitori che hanno scelto questo bellissimo nome, il video della preghiera di S. Francesco interpretata da Claudio Baglioni, le cui splendide immagini sottolineano efficacemente il testo di Fratello sole e Sorella luna, tratto dal Cantico delle Creature.

La tua nonna Luigina

mercoledì 2 ottobre 2013

AMARCORD,,,

 LA SBRISOLONA DELLA MIA NONNA


Oggi festa dei nonni mi è venuta la nostalgia del passato, per quelle belle ricette di famiglia, che quando ero bambina pensavo esistessero solo “quelle” e di cui solamente da grandi si riesce a comprendere il valore immenso che racchiudono. Per me la Sbrisolona, tipico dolce lombardo, è la torta del cuore. Me la faceva spesso la mia nonna materna, Anna: è una torta dal sapore antico (forse per la presenza della farina gialla), che si conserva a lungo nella credenza, è dura come il marmo, ma di un buono pazzesco! La sbrisolona mi ricorderà sempre la mia infanzia e le sono affezionata in modo particolare, perché, in qualsiasi momento capitassi a casa di mia nonna, ne aveva sempre una pronta, anche se diceva di non aver niente di buono da darci. Ho comperato diverse volte questo dolce, ma il sapore di quella della mia nonna non l'ho più ritrovato, forse perché con gli ingredienti ci metteva tutto il suo amore per noi nipoti, a nostra volta nonni. Anche la mia mamma aveva imparato a prepararne una simile, quando nonna Anna è mancata, ma il sapore era diverso, anche se aveva gli stessi ingredienti e si scioglieva in bocca come quella. Non mi sono mai cimentata a farla, perché so che non saprò mai imitarla, ma mi piace e mi diverto moltissimo a  farmi aiutare dai miei nipotini a preparare qualche piatto di cui so che sono ghiotti, come sabato scorso gli gnocchi di patate. 



 


Questo invece è il video di una bellissima canzone che è diventata la canzone ufficiale della festa dei nonni 2013, il cui testo è illustrata  da disegni ed immagini bellissime e commoventi


TU SARAI (testo)
I nonni giocano con i bambini che si entusiasmano al passaggio dei treni
Guardano il cielo con uno sguardo sicuro:sanno se il tempo cambierà,
I nonni sono dei giardinieri e sanno tutto sui pomodori
Passano il tempo coltivando fiori e pregano dentro per quel mondo fuori
I nonni insegnano senza parlare, che senza amore questo mondo muore
I nonni cercano di farci capire qual è la strada per non soffrire
I nonni viaggiano in bicicletta e si ritrovano per un caffè
Fanno la spesa senza tanta fretta nel seggiolino ci sei proprio te
Tu sarai un uomo migliore se porterai i tuoi nonni nel cuore
Perché lo sai lo sai che l'amore non muore mai
lo sai lo sai che quegli occhi sinceri sono i bambini di ieri
I nonni giocano come bambini e si entusiasmano se i figli van bene
i nonni prendono per mano il futuro, i nonni aiutano davvero
I nonni insegnano senza parlare, che senza amore questo mondo muore
I nonni cercano di farci capire qual è la strada per non soffrire
Tu sarai un uomo migliore se porterai i tuoi nonni nel cuore

Perché lo sai lo sai che l'amore non muore mai
lo sai lo sai che quegli occhi sinceri sono i bambini di ieri(2 volte)

...e che i nostri bambini sono i nonni di ieri

lunedì 30 settembre 2013

I dialoghi del cuore


E' triste per una nonna "normale" stare tanti giorni senza vedere né sentire gli adorati nipoti, soprattutto se sono ancora in tenera età, ma lo è doppiamente starci se i nipoti hanno i genitori separati, perché a questa  pena si somma  anche quella della lontananza e del silenzio  del figlio. Ma quando li rivedi, dopo due settimane, e fra te e una bimba di quasi cinque anni si svolge questo breve dialogo, il cuore si scioglie di tenerezza e tutte le delusioni, le ansie e le preoccupazioni, patite per l'assenza e il silenzio non dovuti alla sua volontà, come per incanto sono spazzate via e l'emozione è così grande che ti sembra di volare con lei in un mondo magico dove le vostre anime non saranno mai separate dalla cattiveria di certi adulti che non ricordano di essere stati bambini e non credono più nei sogni.

 

Sulla soglia della porta di casa raggiante,a braccia spalancate:

F. "Ciao nonna! Devo dirti una bella cosa!"
N: "Dimmi tesoro!"
F. entra e, con aria complice, sussurra: "Ieri sera prima di addormentarmi ho pensato a te"
N: "Davvero, tesoro? Lo sai che anch'io ti penso sempre prima di addormentarmi?"
F: " Sì, ma io poi ti ho sognata"
N: "Ma che bello! E io cosa facevo nel tuo sogno?"
F: "Mi davi un bacio!"
N: " E tu?"
F: "Ero contenta perché il sogno sembrava vero"
N, dopo aver abbracciato la nipotina, con voce commossa: "Ma che bello il tuo sogno! Allora stasera proviamo a pensarci tutte e due, prima di addormentarci, così magari ci incontriamo anche nel mio sogno e possiamo stare ancora un po' insieme  e se provi anche a parlarmi sono convinta che io riuscirò a sentirti e ti risponderò"
F. mi guarda negli occhi con aria incredula e divertita, facendomi un cenno affermativo col capo.
Così io l'ho sognata davvero questa notte, ho sentito che lei mi diceva "TI VOGLIO BENE NONNA"   e io l'ho abbracciata piangendo di gioia.
Fra due giorni sarà la festa dei nonni, ma per me questo dialogo nei nostri sogni è stato il più bel regalo che potevo ricevere.

giovedì 12 settembre 2013

Un'insolita canzone d'amore

 Una grande canzone d'amore. una dichiarazione che pochi uomini d'oggi farebbero,  in controtendenza, in un'epoca in cui si cambia compagno/a come vestiti, un tempo che vuole l'uomo vecchio che si accompagna a ragazzine scosciate..In realtà la canzone non racconta, autobiograficamente, la storia d'amore tra Branduardi e la moglie, ma una rielaborazione di Roberto Vecchioni del "Canto a Filinna" di Paolo Silenziario, un poeta greco del VI sec. d. C. tradotta da Salvatore Quasimodo "Amo di più le tue rughe, Filinna che lo splendore della giovinezza. Mi piace di sentire nella mano il tuo seno che piega giù pesante, le sue punte, più del seno diritto d'una ragazza. Il tuo autunno è migliore della sua primavera ed il tuo inverno è più caldo della sua estate"

Consiglio di ascoltare anche l'introduzione scherzosa del cantautore a questa canzone registrata durante il concerto 2005 di Branduardi  à Salerno

martedì 10 settembre 2013

Punti di vista

Spesso siamo abituati a guardare la realtà dal punto di vista umano, come se fosse l'unico possibile e ci crediamo superpartes anche nel giudicare le persone, come se il nostro fosse l'unico punto di vista conforme alla realtà e una verità assoluta da divulgare, accusando chi non la pensa come noi di avere una mentalità rigida e limitata. A mio parere invece ad avere un certo grado di rigidità è proprio chi crede di avere l’unico punto di vista o modello di pensiero conforme alla realtà. 
Per esempio siamo abituati a vedere la montagna e le sue bellezze naturali con i nostri occhi. Volete invece vedere come la vedono gli animali e le piante da sott'acqua in questo magnifico video?
                                   


la montagna vista da sotto..... acqua from giovanni pivetti on Vimeo.



mercoledì 4 settembre 2013

NATI PER LEGGERE

Oggi sono andata nella biblioteca del mio quartiere a restituire un libro per conto di mio nipote 18enne che me lo aveva prestato e per prenderne uno a prestito per me. Purtroppo, fra i 5 consigliati da tempo da cari amici ne ho trovato solo uno, ma quello che mi ha colpito di più è stata l'espressione sconsolata, quasi con le lacrime agli occhi, della bibliotecaria nel dirmi che gli altri 4 non li avrei mai trovati nel sistema bibliotecario urbano di Brescia, perchè da 1 anno, a causa dei tagli (con la mannaia) alla cultura non hanno più soldi per nuovi acquisti. Io grazie al cielo posso ancora permettermi di comperarmeli, ma quanti lo possono ancora fare?

LEGGERE è NECESSARIO COME MANGIARE: è IL CIBO DELL'ANIMA E PUO' CAMBIARCI LA VITA. 
NON DARE A TUTTI QUESTA POSSIBILITA' E' COME LASCIAR MORIRE DI FAME DEI NOSTRI SIMILI ED E' UNA VERGOGNA PER UN PAESE CHE CREDE DI ESSERE CIVILE, PERCHE' SIAMO NATI ANCHE PER LEGGERE 





domenica 1 settembre 2013

Pensieri in musica: settembre....

Da "La canzone dei dodici mesi " di Francesco Guccini
(cliccare sul titolo della canzone per ascoltarla tutta)









"Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull' età,
dopo l' estate porta il dono usato della perplessità, della perplessità...
Ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità,
come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità, le possibilità... "
























































































































































































































Dedicata alle mie giovani amiche Jasna, che oggi compie gli anni,  ed Annamaria oggi particolarmente triste (loro sanno perché)