Papà dava sfoggio alla sua fantasia per creare ogni anno qualcosa di nuovo che lo rendesse sempre più bello e più nuovo di quello dell'anno precedente: la disposizione o il numero delle grotte, dei pastori, delle pecore, delle capre, il laghetto con le ochette, la cascata, il mulino, gli alberi, le montagne, le case ricavate da vecchie scatole di cartone, sapientemente ritagliate e addirittura cucite dalla mamma e colorate da me con i pastelli, le luci nella capanna e nelle case con la carta velina rossa alle finestre.
Compito della mamma era anche ogni anno comprare un personaggio nuovo da inserire nel presepe, ma lei non si limitava a quello, ma me ne raccontava la vita, con numerosi dettagli,come se fosse una persona vera e non solo una statuetta di gesso o di cartapesta. In questo modo riusciva a farmi vivere dentro il Presepe e a stimolare la mia immaginazione.
Gabriele ed io abbiamo riscoperto la gioia e l'emozione di preparare il Presepe unendo ciò che restava di quelli che entrambe preparavamo da bambini, quando aspettavamo la nascita di Michele. Negli anni seguenti ho ripreso la tradizione della mamma e ogni anno ho aggiunto una statuetta nuova, anche se purtroppo di plastica. Non so però se, come i miei genitori, siamo riusciti a trasmettere anche a lui le stesse sensazioni e la stessa partecipazione emotiva all'evento. So solo che ogni volta che scarto le mie statuette, prima di collocarle nella scenografia, mi ricordo le storie che la mamma mi raccontava e i commenti del mio babbo che ora non c'è più e mi commuovo. Vorrei poterle raccontare anch'io a Francesca quando sarà più grande. Intanto le scrivo qui. Forse qualcuno le leggerà.
Quest'anno Gabriele ha pensato anche di fotografarle una per una, prima di collocarle nel presepe. Abbiamo così scoperto, con grande sorpresa, dei particolari che in tutti questi anni ci erano sfuggiti. Oltre alle ammaccature in quelle di gesso abbiamo notato tentativi di ritocchi, di ricostruzioni parziali, ad opera di mani affettuose, di espressioni e gesti che ce le hanno fatte apprezzare ancora di più. Così ho pensato di creare questo album/galleria da mostrarvi insieme alla fotografia del mio personaggio preferito: la vecchina che fila.
Questo personaggio del presepe della mia infanzia mi è particolarmente caro, perchè mi ricorda la mia nonna materna, che allora viveva lontana, cui ero molto affezionata.
La mamma infatti mi disse, quando la portò a casa, che quella era la nonna Anna, seduta sulla porta di casa col suo gatto accovacciato che giocava con i batuffoli di lana filata, in attesa che fosse pronto il minestrone, che cuoceva nella pentola sul fuoco accanto, da portare alla Madonna e a S.Giuseppe quando sarebbe nato il Bambino. Mentre mi raccontava questo mi sembrava di sentire il fuoco scoppiettare e il profumo del minestrone della mia nonna. Per lei la mamma aveva costruito la casetta più bella del presepe che io avevo colorato di rosso alle pareti, di verde le imposte delle finestre e il portone d'ingresso e di marrone le tegole disegnate sul tetto. Al posto delle tende aveva messo della carta velina rossa nel ritaglio delle finestre e del portone da cui filtrava la luce di una lampadina inserita nel retro, che diffondeva intorno una luce che a me pareva magica. Il passare degli anni aveva reso necessario qualche intervento di manutenzione alla casa per rinforzare gli angoli delle pareti, con qualche punto di cucitura con del filo robusto. Di quella casetta si sono perse le tracce purtroppo, dopo la spartizione del presepe fra me e mio fratello, ma il suo ricordo non può essere cancellato, anche se non esistono sue fotografie.
Compito della mamma era anche ogni anno comprare un personaggio nuovo da inserire nel presepe, ma lei non si limitava a quello, ma me ne raccontava la vita, con numerosi dettagli,come se fosse una persona vera e non solo una statuetta di gesso o di cartapesta. In questo modo riusciva a farmi vivere dentro il Presepe e a stimolare la mia immaginazione.
Gabriele ed io abbiamo riscoperto la gioia e l'emozione di preparare il Presepe unendo ciò che restava di quelli che entrambe preparavamo da bambini, quando aspettavamo la nascita di Michele. Negli anni seguenti ho ripreso la tradizione della mamma e ogni anno ho aggiunto una statuetta nuova, anche se purtroppo di plastica. Non so però se, come i miei genitori, siamo riusciti a trasmettere anche a lui le stesse sensazioni e la stessa partecipazione emotiva all'evento. So solo che ogni volta che scarto le mie statuette, prima di collocarle nella scenografia, mi ricordo le storie che la mamma mi raccontava e i commenti del mio babbo che ora non c'è più e mi commuovo. Vorrei poterle raccontare anch'io a Francesca quando sarà più grande. Intanto le scrivo qui. Forse qualcuno le leggerà.
Quest'anno Gabriele ha pensato anche di fotografarle una per una, prima di collocarle nel presepe. Abbiamo così scoperto, con grande sorpresa, dei particolari che in tutti questi anni ci erano sfuggiti. Oltre alle ammaccature in quelle di gesso abbiamo notato tentativi di ritocchi, di ricostruzioni parziali, ad opera di mani affettuose, di espressioni e gesti che ce le hanno fatte apprezzare ancora di più. Così ho pensato di creare questo album/galleria da mostrarvi insieme alla fotografia del mio personaggio preferito: la vecchina che fila.
Questo personaggio del presepe della mia infanzia mi è particolarmente caro, perchè mi ricorda la mia nonna materna, che allora viveva lontana, cui ero molto affezionata.
La mamma infatti mi disse, quando la portò a casa, che quella era la nonna Anna, seduta sulla porta di casa col suo gatto accovacciato che giocava con i batuffoli di lana filata, in attesa che fosse pronto il minestrone, che cuoceva nella pentola sul fuoco accanto, da portare alla Madonna e a S.Giuseppe quando sarebbe nato il Bambino. Mentre mi raccontava questo mi sembrava di sentire il fuoco scoppiettare e il profumo del minestrone della mia nonna. Per lei la mamma aveva costruito la casetta più bella del presepe che io avevo colorato di rosso alle pareti, di verde le imposte delle finestre e il portone d'ingresso e di marrone le tegole disegnate sul tetto. Al posto delle tende aveva messo della carta velina rossa nel ritaglio delle finestre e del portone da cui filtrava la luce di una lampadina inserita nel retro, che diffondeva intorno una luce che a me pareva magica. Il passare degli anni aveva reso necessario qualche intervento di manutenzione alla casa per rinforzare gli angoli delle pareti, con qualche punto di cucitura con del filo robusto. Di quella casetta si sono perse le tracce purtroppo, dopo la spartizione del presepe fra me e mio fratello, ma il suo ricordo non può essere cancellato, anche se non esistono sue fotografie.
Oggi la mia vecchina continua a cuocere sul fuoco il minestrone nel paiolo per i personaggi che si recano alla capanna, in attesa che Gabriele le costruisca una casa nuova per il presepe che ha in mente di preparare l'anno prossimo, quando avrà più tempo da dedicare e anche Francesca ne capirà di più il significato




Il suo posto nel presepio
La vecchina che fila
Questo è l'album del presepe cliccate QUI per sfogliarlo e con questo auguro a tutti voi un sereno Natale e un miglior 2010. Un pensiero particolare va alle popolazioni aquilane e a quelle umbre colpite dai recenti terremoti e a quei bimbi che trascorreranno un triste Natale a causa di queste catastrofi